Deteriore

de-te-rió-re

Significato Peggiore, scadente

Etimologia voce dotta recuperata dal latino deterior ‘peggiore’.

Abbiamo in mente il verbo ‘deteriorare’, a cui ricorriamo — quando vogliamo esprimerci in un registro un po’ ricercato — per indicare un guastare, uno sciupare. Infatti difficilmente ti dirò che le fragole scordate in fondo al frigo si sono deteriorate (con quello che le avevo pagate): il tono suonerebbe rigido, bizzarro. Però posso parlare del fatto che col ritardo nella spedizione la merce si è deteriorata, della ruggine che ha deteriorato l’armatura del pilastro, o di come un atto vile abbia deteriorato i rapporti fra due parti: è una parola con un certo contegno, con una certa serietà. Sono qualità che in questo ambito di significato tornano utili: poter descrivere in maniera più distaccata e velata il rovinare, il guastare, l’avariare (roba spesso laida) ha i suoi pregi.

Sta diventando via via meno comune il termine da cui il deteriorare deriva, cioè il deteriore. E però è una parola altrettanto utile, perché notare la qualità dello scadente esige tutta la cautela richiesta dai giudizi negativi.

La forma è quella di un comparativo latino, e in effetti, venendo da deterior, ‘deteriore’ significa alla lettera ‘peggiore’. Facendo un passo dentro l’etimologia, è uno dei casi curiosi in cui abbiamo il comparativo ma non il grado positivo dell’aggettivo: deter (in ipotesi ‘basso, cattivo’, da cui deterior ‘inferiore, peggiore’) è un termine non attestato, o secondo certe fonti attestato solo nei grammatici. E da dove possa saltare fuori è discusso (quel de- potrebbe essere una preposizione o una radice dimostrativa).

Sentiamo che effetto fa, questo speciale ‘peggiore’.
Se parlo dell’elemento deteriore della squadra, sto indicando un elemento scadente, un cattivo elemento, ma ingenera un’impressione di giudizio molto limpido. Scadente, cattivo e peggiore sono parole coinvolte nel giudizio, il deteriore ha un tratto olimpico.
Se dico che quel tipo è un disgraziato nel senso deteriore del termine, invito a scegliere l’accezione meno lusinghiera di ‘disgraziato’ (quindi non ‘sfortunato’, ma ‘canaglia’), per qualificarlo. E grazie a questa parola non sembra che io faccia questo invito con la schiuma alla bocca, ma che stia semplicemente notando una realtà patente.
Se mi raccomando che il lavoro non sia fatto con materie di qualità deteriore, trasmetto serenità disinvolta, nella mia premura di evitare fetenzie.

È una di quelle parole trasparenti che però si fanno notare: dà a tutta la frase un’eleganza che oscilla fra perspicacia e nonchalance.

Parola pubblicata il 23 Marzo 2024