Pilastro

pi-là-stro

Significato Elemento architettonico verticale portante a sezione poligonale; elemento fondamentale, indispensabile

Etimologia etimo incerto, forse da pila.

A guardare certe etimologie pare chiaro che i secoli bui del medioevo sono effettivamente bui: per noi, non per chi li ha vissuti. Di quello che vi è successo sappiamo tragicamente meno di quello che vorremmo, essenzialmente per un problema: abbiamo pochi documenti — in senso lato, la roba scritta (o disegnata, o comunque rappresentata e testimoniata) che ci è arrivata è in grado di raccontare solo una storia discreta, fatta di vuoti da tentare di riempire per ricostruire una via, non una storia densa, fatta di pieni da tentare di diradare per trovare una via.

Il pilastro emerge dai secoli bui. Si trova già nel latino del XII secolo (pilaster), e in italiano (dal Duecento) inizia subito a prendere una mole di significati quale solo le parole che popolano città industriose sanno reggere.

Naturalmente nasce come parola dell’architettura, indicando un elemento verticale portante, costituito di materiali svariati, con fogge delle più diverse, anche se sempre di sezione poligonale (a differenza della collega colonna, di sezione tonda). Una versatilità del genere invita un massiccio uso esteso: ad esempio nelle scienze, in corrispondenze quasi poetiche, si parla dei pilastri anatomici che delimitano l’istmo delle fauci (nome da fantasy epico, che indica il tratto fra bocca e faringe), e di quelli che uniscono diaframma e colonna vertebrale, così come in geologia si parla di pilastri tettonici descrivendo porzioni rialzate di crosta terrestre — mentre nell’alpinismo il pilastro è la roccia isolata, con pareti verticali.

Ma è nel discorso comune figurato che tutta la nebulosa di significati del pilastro ci porta quello più puro: il pilastro è chi o ciò che regge, l’elemento basilare, fondamentale — indispensabile. Così parleremo del pilastro sperimentale su cui si regge la teoria, della nonna che in tempo di guerra fu il pilastro della famiglia, dell’artista che fu il pilastro della corrente, di come tremano i pilastri su cui poggia una certa teoria economica.

Così il pilastro accede al riservatissimo olimpo degli elementi architettonici portanti che usiamo anche per descrivere la statica dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti.

Resta però un punto d’ignoto: il pilastro dovrebbe essere un peggiorativo della pila — serie di oggetti sovrapposti e quindi piedritto edilizio, ci viene in mente anche il pilone. Ma perché sia stata alterata in -aster e quindi -astro non si sa. Quale convinzione, uso, discernimento, intento ci poteva essere, dietro? C’è anche chi ha suggerito debba derivare da altri termini, come dal greco parastátes, (‘assistente, che sta accanto’) che in latino prende proprio il significato di sostegno, di montante. Una parola di lavoro, seria e pratica, che sa frequentare gli ambienti più sacri e quelli più triviali — che non solo emerge senza pedigree, ma senza documenti.

Parola pubblicata il 21 Aprile 2021