Etimologia voce dotta recuperata dal latino edoctus, participio passato del verbo edocère ‘insegnare a fondo’, derivato di docère ‘insegnare’, con un prefisso e- che significa pienezza, compimento.
Qui c’è da sorridere. L’italiano recupera nell’Ottocento dal latino un participio passato latino, in veste di aggettivo, che significherebbe l’esperto in quanto fruitore di un pieno insegnamento, e ce lo rende come un ‘informato’. Diciamo che è un modo un po’ minimalista di rendere il concetto di un dominio su un’informazione.
Certo l’edotto può essere un informato nel senso più secco del termine: non c’è bisogno che tu faccia la premessa perché sono edotto sugli ultimi sviluppi della liaison amorosa dell’amico, e lo sai che cos’è successo ad Andrea?, sì, sono edotto. Ma può prendere volentieri dei sensi più penetranti e profondi. Se ti voglio rendere edotto su una situazione, non ti voglio dare un’info agile, ma voglio che tu ti possa costruire un’idea circostanziata, e per gestire una situazione problematica cerchiamo persone che siano edotte su problemi simili e sulle relative soluzioni. C’è un polso superiore rispetto all’informazione secca.
Anche questa parola, inizialmente, è stata percepita come un latinismo un po’ ingombrante; oggi si è scavata il suo posto in espressioni come essere o rendere edotto, sicuramente con un’aura ricercata ma non irragionevolmente alta. Anzi riesce a cavalcare quel crinale fra informazione e conoscenza che riconosciamo nella familiarità, nella notizia, nella cognizione particolareggiata e padroneggiata. La misura è quella della contezza, della notizia squadernata, ma il metro è quello di un sapere che, propriamente o meno, è formalizzato in un insegnamento. Se l’edotto è l’informato, è l’informato con tanto pensiero agglomerato sull’informazione. Altrimenti, come si legge in certi dizionari, resta buono solo per un lessico burocratico e pedantesco.
(Ah, è esistito anche il termine edótto, con accento acuto della ‘o’, derivato dotto del latino eductus, col significato di ‘tratto fuori’ in quanto participio passato di edùcere, ‘condurre fuori’ — da cui anche il nostro ‘educare’. Si poteva parlare di una conseguenza edotta da una premessa, ad esempio. Ma è rimasto un termine usato pochissimo, come lo stesso verbo ‘educere’, e se non li diamo per morti li diamo per addormentati nei loro loculi nei dizionari.)
Qui c’è da sorridere. L’italiano recupera nell’Ottocento dal latino un participio passato latino, in veste di aggettivo, che significherebbe l’esperto in quanto fruitore di un pieno insegnamento, e ce lo rende come un ‘informato’. Diciamo che è un modo un po’ minimalista di rendere il concetto di un dominio su un’informazione.
Certo l’edotto può essere un informato nel senso più secco del termine: non c’è bisogno che tu faccia la premessa perché sono edotto sugli ultimi sviluppi della liaison amorosa dell’amico, e lo sai che cos’è successo ad Andrea?, sì, sono edotto. Ma può prendere volentieri dei sensi più penetranti e profondi. Se ti voglio rendere edotto su una situazione, non ti voglio dare un’info agile, ma voglio che tu ti possa costruire un’idea circostanziata, e per gestire una situazione problematica cerchiamo persone che siano edotte su problemi simili e sulle relative soluzioni. C’è un polso superiore rispetto all’informazione secca.
Anche questa parola, inizialmente, è stata percepita come un latinismo un po’ ingombrante; oggi si è scavata il suo posto in espressioni come essere o rendere edotto, sicuramente con un’aura ricercata ma non irragionevolmente alta. Anzi riesce a cavalcare quel crinale fra informazione e conoscenza che riconosciamo nella familiarità, nella notizia, nella cognizione particolareggiata e padroneggiata. La misura è quella della contezza, della notizia squadernata, ma il metro è quello di un sapere che, propriamente o meno, è formalizzato in un insegnamento. Se l’edotto è l’informato, è l’informato con tanto pensiero agglomerato sull’informazione. Altrimenti, come si legge in certi dizionari, resta buono solo per un lessico burocratico e pedantesco.
(Ah, è esistito anche il termine edótto, con accento acuto della ‘o’, derivato dotto del latino eductus, col significato di ‘tratto fuori’ in quanto participio passato di edùcere, ‘condurre fuori’ — da cui anche il nostro ‘educare’. Si poteva parlare di una conseguenza edotta da una premessa, ad esempio. Ma è rimasto un termine usato pochissimo, come lo stesso verbo ‘educere’, e se non li diamo per morti li diamo per addormentati nei loro loculi nei dizionari.)