SignificatoSorgente di calore e di luce di piccole o medie dimensioni data dalla combustione di un materiale, oggetto di un amore passionale, ardore, colore rosso acceso
Etimologia dal latino flamma ‘fiamma’, derivato di flagrare, brillare, ardere.
Fiamma è una parola maestosa, ricca di significati di bellezza sgargiante, dal più immediato, quello di lingua di fuoco che sprigiona luce e calore, ai più raffinati e figurati, quali l’oggetto di una passione amorosa e financo la passione stessa.
In principio, la fiamma altro non è che la scaturigine di un fuoco, o una sua piccola componente. In un grande falò estivo, infatti, le fiamme brillano e crepitano, facendo da sfondo ad una serata memorabile. È come se fossero tanti pezzi di un grande puzzle che, visto d’insieme, dà come risultato un fuoco pieno e potente.
La fiamma è quella lingua scarlatta che si può ammirare in tanti dipinti raffiguranti la Pentecoste cristiana, è la vampa emanata da un accendino, ma è anche quella ossidrica o quella variopinta di fornelli e becchi nei laboratori di fisica e chimica. Son tutte belle, importanti e utili, queste fiamme. Tuttavia, le più interessanti sono quelle del parlare figurato, che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano e lo colorano con grandi pennellate di un rosso brillante e incandescente.
Possiamo notare che l’approssimativo triangolo della fiamma invita l’estensione di questo nome alla bandiera triangolare della marina con i colori nazionali, che tecnicamente è chiamata proprio 'fiamma'; ma soprattutto la fiamma è quella che sta dietro ai sentimenti ardenti, dietro alle passioni, amorose e no. Nel vedere la persona amata sentiamo un calore nel centro del petto che ci fa credere che necessariamente nel nostro cuore si trovi una lingua di fuoco, che ora arde incandescente e che ci brucia le reni. Quando ci dedichiamo anima e corpo ad un progetto, animati da profondissime passione e dedizione, immaginiamo spesso come fiamma l’energia necessaria per stare svegli di notte a capo chino sul lavoro, per superare gli ostacoli e le difficoltà nel corso della realizzazione del nostro sogno.
Fiamma deriva dal latino flamma, un sostantivo che rientra nell’alveo semantico del verbo flagrare, cioè ardere, brillare. La profonda bellezza di questa etimologia è che ci mostra con eleganza le due facce sensoriali della fiamma, le due vie che hanno necessariamente condotto il termine dal linguaggio comune a quello figurato: la luce e il calore. Appartengono a due mondi diversi, il primo alla vista e il secondo al tatto, alla sensazione fisica. Quando il corpo umano è stimolato in più direzioni da qualcosa, allora ci troviamo di fronte ad un nome che sarà fonte infinita di metafore e similitudini, una ricchezza semplice, diretta, ma mai scontata. Perché spesso i fenomeni naturali più puri e antichi, con la loro primitiva e universale bellezza, possono essere l’espressione fisica e verbale di ciò che accade nel cuore umano. Leopardi ha scritto:
Lingua mortal non dice
Quelch’io sentiva in seno
Forse che la natura, matrigna, parli il linguaggio del non dicibile?
Fiamma è una parola maestosa, ricca di significati di bellezza sgargiante, dal più immediato, quello di lingua di fuoco che sprigiona luce e calore, ai più raffinati e figurati, quali l’oggetto di una passione amorosa e financo la passione stessa.
In principio, la fiamma altro non è che la scaturigine di un fuoco, o una sua piccola componente. In un grande falò estivo, infatti, le fiamme brillano e crepitano, facendo da sfondo ad una serata memorabile. È come se fossero tanti pezzi di un grande puzzle che, visto d’insieme, dà come risultato un fuoco pieno e potente.
La fiamma è quella lingua scarlatta che si può ammirare in tanti dipinti raffiguranti la Pentecoste cristiana, è la vampa emanata da un accendino, ma è anche quella ossidrica o quella variopinta di fornelli e becchi nei laboratori di fisica e chimica. Son tutte belle, importanti e utili, queste fiamme. Tuttavia, le più interessanti sono quelle del parlare figurato, che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano e lo colorano con grandi pennellate di un rosso brillante e incandescente.
Possiamo notare che l’approssimativo triangolo della fiamma invita l’estensione di questo nome alla bandiera triangolare della marina con i colori nazionali, che tecnicamente è chiamata proprio 'fiamma'; ma soprattutto la fiamma è quella che sta dietro ai sentimenti ardenti, dietro alle passioni, amorose e no. Nel vedere la persona amata sentiamo un calore nel centro del petto che ci fa credere che necessariamente nel nostro cuore si trovi una lingua di fuoco, che ora arde incandescente e che ci brucia le reni. Quando ci dedichiamo anima e corpo ad un progetto, animati da profondissime passione e dedizione, immaginiamo spesso come fiamma l’energia necessaria per stare svegli di notte a capo chino sul lavoro, per superare gli ostacoli e le difficoltà nel corso della realizzazione del nostro sogno.
Fiamma deriva dal latino flamma, un sostantivo che rientra nell’alveo semantico del verbo flagrare, cioè ardere, brillare. La profonda bellezza di questa etimologia è che ci mostra con eleganza le due facce sensoriali della fiamma, le due vie che hanno necessariamente condotto il termine dal linguaggio comune a quello figurato: la luce e il calore. Appartengono a due mondi diversi, il primo alla vista e il secondo al tatto, alla sensazione fisica. Quando il corpo umano è stimolato in più direzioni da qualcosa, allora ci troviamo di fronte ad un nome che sarà fonte infinita di metafore e similitudini, una ricchezza semplice, diretta, ma mai scontata. Perché spesso i fenomeni naturali più puri e antichi, con la loro primitiva e universale bellezza, possono essere l’espressione fisica e verbale di ciò che accade nel cuore umano. Leopardi ha scritto:
Forse che la natura, matrigna, parli il linguaggio del non dicibile?