SignificatoRelativo al fisco; eccessivamente rigido, formale
Etimologia dal latino: fiscalis, derivato di fiscus, che ebbe dapprima il significato di cesta, e poi per estensione di cassa dello Stato.
Il significato tecnico di questa parola è molto semplice: ci parla di qualcosa relativo al fisco, cioè ai tributi e alla loro esazione, uno dei principali e più antichi esercizi della sovranità di un ente statuale. In una prima estensione - residuata in nomi come “medico fiscale” - il fiscale arrivava a significare una posizione di responsabilità e tutela rispetto a certi interessi di un ente pubblico: il fiscale diventava quasi un’antonomasia per “statale”. Un altro caso ormai estinto è quello degli avvocati fiscali, odierni pubblici ministeri.
Ma ciò che è davvero interessante di questa parola è il suo attuale significato esteso: il fiscale diventa il prototipo di tutto ciò che è formale, rigido, duro, burocratico e perfino vessatorio. In effetti, se in molti campi lo Stato può farsi latitante, certo non lo fa in ambito fiscale: non si sfugge alla morte né alle tasse. E facilmente questa attenzione si mostra con un volto autoritario, e impone trafile cavillose.
Il professore fiscale riporta dei compiti pieni di minutissime correzioni, e non accetta mai giustificazioni eterodosse; davanti alla tavolata di venti persone, il ristoratore fiscale, portando un conto da quattrocento euro virgola pochi centesimi esige anche questi; e il datore di lavoro fiscale non è certo quello che impone una puntualità attenta, ma quello che impone tante regole e controlli da minare il rapporto di fiducia coi suoi dipendenti.
Il significato tecnico di questa parola è molto semplice: ci parla di qualcosa relativo al fisco, cioè ai tributi e alla loro esazione, uno dei principali e più antichi esercizi della sovranità di un ente statuale. In una prima estensione - residuata in nomi come “medico fiscale” - il fiscale arrivava a significare una posizione di responsabilità e tutela rispetto a certi interessi di un ente pubblico: il fiscale diventava quasi un’antonomasia per “statale”. Un altro caso ormai estinto è quello degli avvocati fiscali, odierni pubblici ministeri.
Ma ciò che è davvero interessante di questa parola è il suo attuale significato esteso: il fiscale diventa il prototipo di tutto ciò che è formale, rigido, duro, burocratico e perfino vessatorio. In effetti, se in molti campi lo Stato può farsi latitante, certo non lo fa in ambito fiscale: non si sfugge alla morte né alle tasse. E facilmente questa attenzione si mostra con un volto autoritario, e impone trafile cavillose.
Il professore fiscale riporta dei compiti pieni di minutissime correzioni, e non accetta mai giustificazioni eterodosse; davanti alla tavolata di venti persone, il ristoratore fiscale, portando un conto da quattrocento euro virgola pochi centesimi esige anche questi; e il datore di lavoro fiscale non è certo quello che impone una puntualità attenta, ma quello che impone tante regole e controlli da minare il rapporto di fiducia coi suoi dipendenti.