Etimologia participio passato senza suffisso del verbo desueto frustare ‘consumare’, a sua volta derivato di frusto ‘pezzetto’, che viene dal latino frustum ‘pezzo’.
È una parola dalla storia più complessa di quel che si potrebbe immaginare - e ha significati intensi che tornano spesso utili ma altrettanto spesso sfuggono.
Il più rilevante dei suoi significati, nella veste di aggettivo, è quello di consunto, logoro - e figuratamente, banale. Può essere frusto il nostro paio di calzoni preferito e che comunque ci ostiniamo a indossare; può essere frusta una battuta vecchia che ha ormai perso tutto il suo smalto; e lo smaltimento dell’olio frusto è una questione ecologicamente molto importante. Un significato che prende forza dal suono breve e incisivo della parola, che non lascia appello né incertezze.
Questo aggettivo scaturisce da un verbo che è ormai in disuso: oggi se pensiamo a ‘frustare’ ci viene in mente l’aguzzino che dà grandi cinghiate alla sua vittima, ma in questa forma era confluito anche un verbo che significava ‘consumare’. Tale verbo a sua volta nasceva dal sostantivo ‘frusto’, che indica (in maniera ricercata ma non particolarmente aulica) il pezzetto, il boccone: l’usura riduce le cose in brandelli e pezzi. Quindi quando sono le una e mezzo e ancora non si parla di pranzare mi devo cercare un frusto di pane per fermare la fame, si pregano i commensali di finire gli ultimi frusti delle pietanze rimaste nelle padelle per poterle poi lavare, e la caduta del pacchetto-regalo riduce la ceramica in frusti.
(Invece il frustare come lo conosciamo oggi deriva dal latino fustis - propriamente, ‘bastone’ -, nome di un antico strumento di supplizio. Ed è importante non confondersi con ‘frustrare’!)
È una parola dalla storia più complessa di quel che si potrebbe immaginare - e ha significati intensi che tornano spesso utili ma altrettanto spesso sfuggono.
Il più rilevante dei suoi significati, nella veste di aggettivo, è quello di consunto, logoro - e figuratamente, banale. Può essere frusto il nostro paio di calzoni preferito e che comunque ci ostiniamo a indossare; può essere frusta una battuta vecchia che ha ormai perso tutto il suo smalto; e lo smaltimento dell’olio frusto è una questione ecologicamente molto importante. Un significato che prende forza dal suono breve e incisivo della parola, che non lascia appello né incertezze.
Questo aggettivo scaturisce da un verbo che è ormai in disuso: oggi se pensiamo a ‘frustare’ ci viene in mente l’aguzzino che dà grandi cinghiate alla sua vittima, ma in questa forma era confluito anche un verbo che significava ‘consumare’. Tale verbo a sua volta nasceva dal sostantivo ‘frusto’, che indica (in maniera ricercata ma non particolarmente aulica) il pezzetto, il boccone: l’usura riduce le cose in brandelli e pezzi. Quindi quando sono le una e mezzo e ancora non si parla di pranzare mi devo cercare un frusto di pane per fermare la fame, si pregano i commensali di finire gli ultimi frusti delle pietanze rimaste nelle padelle per poterle poi lavare, e la caduta del pacchetto-regalo riduce la ceramica in frusti.
(Invece il frustare come lo conosciamo oggi deriva dal latino fustis - propriamente, ‘bastone’ -, nome di un antico strumento di supplizio. Ed è importante non confondersi con ‘frustrare’!)