SignificatoFuori luogo, non a proposito; insolente, irrispettoso, sfacciato
Etimologia dal latino impèrtinens, composto da un in- negativo e dal participio presente di pertinére ‘appartenere, attenere’, composto da per- e tenere.
In questa parola convivono due attributi, uno gemmato dall’altro e perciò piuttosto simili, che però pragmaticamente si differenziano molto.
Innanzitutto l’impertinente è ciò che non pertiene, ciò che non è attinente: può essere impertinente una considerazione che non aveva ragione di essere fatta, impertinente un esempio fuori luogo, impertinente la risposta che non incontra il proposito della domanda.
In secondo luogo, l’impertinente diventa l’irrispettoso, l’insolente: questo perché l’atteggiamento dell’impertinente è fuori luogo, e rivela quindi una certa sfacciataggine. È impertinente lo studente discolo che dileggia l’errore dell’insegnante, impertinente la domanda maliziosa (o il famoso dubbio della canzone di De André), e impertinente l’insinuazione del cliente rabbioso.
Il corso di questo termine è trasparente: la scortesia dell’impertinente scaturisce da un rifiuto, consapevole o meno, del rispetto che si conviene - ponendosi quindi come uno sproposito che non pertiene al luogo. Ma quando si voglia usare questa parola in maniera neutra, descrivendo semplicemente qualcosa che non attiene al contesto, è necessario fare attenzione: se questa neutralità non è fatta palese, può diventare un termine impertinente.
In questa parola convivono due attributi, uno gemmato dall’altro e perciò piuttosto simili, che però pragmaticamente si differenziano molto.
Innanzitutto l’impertinente è ciò che non pertiene, ciò che non è attinente: può essere impertinente una considerazione che non aveva ragione di essere fatta, impertinente un esempio fuori luogo, impertinente la risposta che non incontra il proposito della domanda.
In secondo luogo, l’impertinente diventa l’irrispettoso, l’insolente: questo perché l’atteggiamento dell’impertinente è fuori luogo, e rivela quindi una certa sfacciataggine. È impertinente lo studente discolo che dileggia l’errore dell’insegnante, impertinente la domanda maliziosa (o il famoso dubbio della canzone di De André), e impertinente l’insinuazione del cliente rabbioso.
Il corso di questo termine è trasparente: la scortesia dell’impertinente scaturisce da un rifiuto, consapevole o meno, del rispetto che si conviene - ponendosi quindi come uno sproposito che non pertiene al luogo. Ma quando si voglia usare questa parola in maniera neutra, descrivendo semplicemente qualcosa che non attiene al contesto, è necessario fare attenzione: se questa neutralità non è fatta palese, può diventare un termine impertinente.