Incoare
in-co-à-re
Significato Iniziare
Etimologia voce dotta recuperata dal latino incohare ‘iniziare’.
Parola pubblicata il 22 Dicembre 2022
in-co-à-re
Significato Iniziare
Etimologia voce dotta recuperata dal latino incohare ‘iniziare’.
Parola pubblicata il 22 Dicembre 2022
Lo sappiamo: ci sono parole che non ci servono tanto in sé, per gli usi che ci mettono in mano, quanto piuttosto per ciò che ci spiegano del mondo — in questo caso, di una classe di parole.
Incoare non è una parola difficile, anche se lo sembra: vuol dire ‘iniziare’. È stata ripresa dal latino incohare, una parola latina col medesimo significato, che fu comune anche se ha un’origine misteriosa. In effetti non si hanno le idee chiarissime su che cosa dovrebbe essere ‘sto cohum da cui deriva, perché è sia la volta celeste sia l’aggancio del giogo all’aratro — un ambito che va letteralmente dalle stelle alle stalle, si direbbe. Ad ogni modo, l’incohare prende probabilmente il significato di ‘iniziare’ dall’atto pratico di agganciare l’aratro, e quindi di iniziare il lavoro.
Ora, in italiano ‘incoare’ si usa quasi solo in quegli ambiti per cui darsi un tono è una priorità assoluta — ad esempio, in diritto, dove si può sentir parlar d’incoare processi, liti, lavori e via dicendo (peraltro questo verbo è talmente un fossile che si usa quasi solo all’infinito presente, a volte come participio passato — coniugazioni ulteriori, forse, lo ridurrebbero in briciole). E però…
Il concetto di ‘incoare’ ci schiude il significato di ‘incoativo’, l’aspetto di una funzione di un verbo che indica l’inizio di un’azione (per completezza, aggiungiamo che si può anche dire ‘ingressivo’). In italiano, va detto, non lo esprimiamo in una maniera troppo ricercata o peculiare: appoggiamo al verbo espressioni come ‘comincia a’, ‘inizia a’, ‘sta per’ e simili. Quindi noi diciamo che una persona comincia ad arrossire, che — guarda il cielo — sta per albeggiare, o che dopo l’influenza inizio a recuperare le forze.
Nei verbi latini però questo aspetto era rappresentato con un suffisso specifico, -sco. Un suffisso che, senza farsi notare, struttura una grande famiglia di nostri concetti, significati da parole prese dal latino. Per rifarci agli esempi di prima, è un tratto che riconosciamo nell’erubescente, nell’albescente, nel convalescente. Ma lo troviamo anche nell’obsolescenza di un apparecchio elettronico (non è obsoleto, comincia ad esserlo), nell’effervescenza della bevanda (sembra stia per bollire, per fervere), nell’infiorescenza (che fotografava un iniziare a fiorire). Perfino crescere è un verbo incoativo — che corrisponde a una prima fase del creare.
In queste parole abbiamo un’eco, un’impronta dell’osservazione di un inizio. Una sfumatura che dominiamo in maniera più o meno consapevole, che porta il nome di quell’azione con cui la nostra gente millenni fa si apprestava al lavoro assicurando l’aratro al giogo.