Isterico
Significato Provocato da isterismo; affetto da isterismo; irritabile, nervoso, che ha reazioni emotive eccessive e incontrollate
Etimologia dal greco ysterikòs, da ystera utero.
Parola pubblicata il 10 Settembre 2014
Significato Provocato da isterismo; affetto da isterismo; irritabile, nervoso, che ha reazioni emotive eccessive e incontrollate
Etimologia dal greco ysterikòs, da ystera utero.
Parola pubblicata il 10 Settembre 2014
Questa parola ha una storia lunga e complessa.
Fu in tempi antichi, in Egitto e in Grecia, che i protomedici ipotizzarono un nesso fra l’utero e i disturbi psicologici e fisici della donna; in particolare era credenza diffusa che l’utero si muovesse all’interno del corpo, provocando ora questo ora quel male. Ma non solo spostandosi un po’ a destra e a sinistra: poteva anche giungere al cuore o perfino alla testa. Questo ci dà la dimensione di come il fondamentale meccanismo della procreazione e le sue anomalie fossero ammantati di sacro timore: le spiegazioni e i rimedi erano di natura spirituale e religiosa.
Anche in epoca più tarda, quando Galeno e altri grandi medici posero una pietra sopra alla capacità dell’utero di spostarsi, rimase salda l’idea di una connessione fra l’utero e certe patologie femminili. Fu solo molti secoli dopo, agli albori della scienza moderna - finita l’era in cui al disturbo psichico veniva attribuita origine demoniaca - che si intuì la radice cerebrale dei problemi mentali. In particolare durante l’Ottocento molti studiosi iniziarono ad arrovellarsi sulle cause delle patologie psicologiche - ed è qui che il concetto di isteria acquisisce i connotati con cui lo conosciamo oggi. Essa veniva descritta come una nevrosi che portava ad attacchi intensi, simili a quelli epilettici, e che colpiva in particolare le donne: furono proprio studi su casi di isteria che portarono Freud a formulare le sue teorie, basi della psicologia moderna.
Da diversi decenni l’isteria non compare più nei manuali diagnostici: la famiglia di disturbi che veniva così etichettata ora viene discreta, e i singoli disturbi diversamente ricondotti ad altre categorie. Ma l’isterico resta ben vivo nella lingua profana, con dei caratteri che non hanno poi molto a che vedere con le nevrosi descritte fra diciannovesimo e ventesimo secolo: infatti per isterico si intende comunemente l’irascibile, il nervoso, chi è preda di un’emotività incontrollata e incontenibile - non senza una vena teatrale e istrionica. Può essere isterica la reazione davanti alla tovaglia ancora macchiata dopo la terza lavatrice; isterica la risata metallica suscitata da un disagio radicale; isterica la crisi che prende in mezzo alla strada a chi viene schizzato da un’auto mentre entrava a un colloquio di lavoro. Spiacevolezze, non patologie.
Ma all’orecchio più attento non sfugge, nell’udire questa parola, il retaggio di quell’aura misteriosa che ebbero i primi approcci scientifici alla mente umana - gli studi con le pareti di legno e alti scaffali ricolmi, le mappe frenologiche, le poltrone di pelle, i diari di osservazione dei malati, il fumo di tabacco.