Lume

lù-me

Significato Fonte di luce non elettrica; luce, chiarore; consiglio, intelligenza, qualità positiva

Etimologia voce dotta recuperata dal latino lumen ‘luce’, da una radice indoeuropea comune a lux.

C’è qualcosa di difficile, nel lume. Siamo davanti a una parola che è sorella della luce per origine primaria, indoeuropea, e che però ci pare sua seconda: rétro, romantica, comoda in certe espressioni ricorrenti, niente a che vedere con la versatilità totale della luce. Che cosa nasconde il lume?

Il muro dei suoi significati enumerati nei dizionari più completi è impressionante e disorientante: a leggerli ci sono noti, ma non è immediato cogliere l’immagine fondamentale che li lega tutti. Cercando subito il nocciolo, il lume viene preso dal latino lumen, e il significato che prevale decisamente è quello di fonte di luce. Il lume è la sorgente che rischiara, il lume illumina, e mantiene un contrasto forte sull’oscurità che campisce ogni cosa. Con la curiosa esclusione di ogni fonte elettrica di luce e salva invece ogni altra, raccontiamo l’incerto lume di candela che fa appena distinguere i due volti al tavolo, la corsa al lume di luna sulla spiaggia, il piccolo lume a petrolio con cui la nonna si ostinava a leggere la sera, i lumi delle stelle che punteggiano il cielo nero.

Questa è la discrezione del lume, il suo non essere astratto, il suo chiarore situato: dalle fonti concrete di luce, il lume si sposta a ciò che riesce a rischiarare figuratamente una situazione oscura — e lo fa con una versatilità quasi inafferrabile. Ha il profilo del sapere e del consiglio quando non so che fare, e chiedo lumi; ha il profilo dell’intelligenza che orienta, della perspicacia che fa penetrare il buio quando sono colpito dal lume del tuo pensiero, quando perdo il lume della ragione, quando il lume del tuo sguardo emana un significato chiaro; ha il profilo dello spazio in cui la luce del lume si allarga, sia quando in usi specifici diventa il cavo di un organo o la maglia di una rete o una porta o una finestra, sia quando c’è lume per la riuscita di un esperimento, lume per il successo. Apre a una sterminata possibilità di significati su qualità rilevanti e positive, ora di intensità accecante, ora appena visibili — come quando parliamo del lume di una poesia, del poeta che è lume della nazione, o come quando notiamo un lume di malinconia in un resoconto da nulla.

Infine, il suono. La discrezione di questa parola nel rendere una luce sostenuta nel buio — minima o enorme, concreta o figurata, contemplata nella sua fonte, nella sua radiazione, nel suo spazio — sta anche nel suo suono, che benché scuro (!) è un flusso ininterrotto, e un’ininterrotta vibrazione delle corde vocali, che non conosce lo sbattere di palpebre della ‘luce’, che nella ‘c’, per un attimo, si scherma.

Parola pubblicata il 15 Luglio 2019