SignificatoAddetto pubblico incaricato, durante le epidemie, di raccogliere e seppellire i cadaveri e di trasportare i malati nei lazzaretti
Etimologia etimo discusso; probabilmente alterazione di monaco, col suffisso lombardo -att.
Questa parola è diventata celebre perché impiegata largamente ne I promessi sposi, pietra miliare della lingua italiana. Non resta la più comune delle parole, ma è suggestiva, con tutto il fascino del trucido, e ha un suo gusto nazional-popolare.
Il monatto era un inserviente pubblico, il cui compito, durante le epidemie, era quello di rastrellare i cadaveri sparsi per la città e seppellirli con tutte le accortezze del caso, e di portare i malati ancora vivi nei lazzaretti. Ora, perfino col metro del Cinque-Seicento non pare proprio il profilo lavorativo dei sogni: trafficare coi cadaveri infetti pare non giovi alla salute. Difatti questo compito era garbatamente riservato a carcerati e condannati a morte (tanto…) - o a persone immuni al morbo: non è da trascurare che potesse garantire anche dei guadagni extra. I morti e i moribondi sono facili da rapinare.
Su quale sia l’origine di questo termine i linguisti hanno a lungo discusso: qualcuno vi ha visto un derivato dal tedesco monatlich, cioè ‘mensile’, in riferimento allo stipendio che questi affossatori percepivano. Altri - e sembra l’ipotesi più accreditata - pensano che sia un’alterazione di monaco. Il suffisso lombardo -att è proprio dei nomi di mestiere, e dal primo significato di ‘sagrestano’ sarebbe stato volto a significare ‘becchino’, per poi giungere al monatto che conosciamo oggi.
Non è una figura con cui abbiamo quotidiana dimestichezza; e la sola idea di una sua attualizzazione - possibile in certi luoghi, in certi casi - fa rabbrividire.
Questa parola è diventata celebre perché impiegata largamente ne I promessi sposi, pietra miliare della lingua italiana. Non resta la più comune delle parole, ma è suggestiva, con tutto il fascino del trucido, e ha un suo gusto nazional-popolare.
Il monatto era un inserviente pubblico, il cui compito, durante le epidemie, era quello di rastrellare i cadaveri sparsi per la città e seppellirli con tutte le accortezze del caso, e di portare i malati ancora vivi nei lazzaretti. Ora, perfino col metro del Cinque-Seicento non pare proprio il profilo lavorativo dei sogni: trafficare coi cadaveri infetti pare non giovi alla salute. Difatti questo compito era garbatamente riservato a carcerati e condannati a morte (tanto…) - o a persone immuni al morbo: non è da trascurare che potesse garantire anche dei guadagni extra. I morti e i moribondi sono facili da rapinare.
Su quale sia l’origine di questo termine i linguisti hanno a lungo discusso: qualcuno vi ha visto un derivato dal tedesco monatlich, cioè ‘mensile’, in riferimento allo stipendio che questi affossatori percepivano. Altri - e sembra l’ipotesi più accreditata - pensano che sia un’alterazione di monaco. Il suffisso lombardo -att è proprio dei nomi di mestiere, e dal primo significato di ‘sagrestano’ sarebbe stato volto a significare ‘becchino’, per poi giungere al monatto che conosciamo oggi.
Non è una figura con cui abbiamo quotidiana dimestichezza; e la sola idea di una sua attualizzazione - possibile in certi luoghi, in certi casi - fa rabbrividire.