Lazzaretto

laz-za-rét-to

Significato Quarantena; ospedale destinato all’isolamento di malati contagiosi

Etimologia dal nome dell’isola veneziana di Santa Maria di Nazareth, su cui nel XV secolo sorse un posto di quarantena chiamato nazaretto, che per sovrapposizione col nome del personaggio evangelico Lazzaro, appestato per antonomasia, mutò in “lazzaretto”.

In tanti hanno conosciuto la realtà dei lazzaretti grazie ai Promessi Sposi di Manzoni: più che ospedali, erano delle quarantene in cui i malati variamente infetti e incurabili venivano isolati per preservare il resto della comunità dal contagio. Fu a Venezia, porto trafficato e perciò particolarmente esposto alle epidemie, che nacque l’idea di deputare un luogo a questa funzione: era il 1423, ed il luogo era l’isola di Santa Maria di Nazareth - dal cui nome, con un influsso di quello di Lazzaro (appestato che la tradizione vuole sia stato resuscitato da Cristo), nacque quello di lazzaretto.

Fortunatamente di lazzaretti non se ne sente più parlare - e la sola idea che ancora ne esistano ci raccapriccia; però si tratta di una figura che ha scavato a fondo nell’immaginario collettivo, e che è rimasta bene impressa nella lingua. Oggi questa parola può essere facilmente usata in senso figurato e ironico per indicare un luogo popolato da disperati malridotti: andando dal medico per farsi fare una ricetta ci si ritroverà nelle budella di un lazzaretto pieno di malati malconci; entrando nell’autobus si verrà investiti da turbini di starnuti e colpi di tosse, come se fosse un lazzaretto semovente; e a febbraio, al principio di un nuovo progetto, ci si potrà accorgere che la propria squadra, più che entusiasta e agguerrita, è ridotta a un lazzaretto.

Dopotutto, l’onda lunga della tragedia volge spesso in commedia.

Parola pubblicata il 23 Novembre 2013