SignificatoSquisito, di eccellente sapore; pregevole, egregio; accennato in precedenza
Etimologia propriamente, participio passato di prelibare, dal latino praelibare, composto di prae- ‘avanti’ e libare ‘gustare, assaggiare’.
In questa parola osserviamo uno scarto fra il significato originale e i suoi esiti più comuni - ed è uno scarto intelligente, poetico.
Letteralmente il prelibato sarebbe il pregustato, ciò che viene assaggiato prima. Tant’è che il praelibare latino, oltre a questo, aveva i significati di sguardare, di sfiorare, di accennare: azioni in cui troviamo un’anticipazione di un futuro contatto più corposo.
Lo scarto bellissimo è che il pregustato diventa ciò che ha sapore eccellente: vivande e bevande, quelle squisite, sono catalogate in un cassetto della memoria sempre a portata, e ci pesano sul desiderio tanto che iniziamo a gustarle alla loro sola prospettiva. Quando la mamma dichiara “Ho fatto la parmigiana di melanzane” Pavlov prende un appunto: non l’abbiamo vista, non l’abbiamo odorata, ma è prelibata, e qui troviamo la coda di rondine che incastra pregustato e squisito.
Poi nei dizionari si trova registrato che ‘prelibato’ signfica anche pregevole, egregio in virtù di qualità personali straordinarie - anche se parlare di una persona prelibata invita facilmente uno sguardo cannibalesco. Invece gagliardo (pur se desueto) è il significato che vede nel prelibato ciò che è accennato in precedenza: torneremo su un argomento prelibato, il buon giallo fa arrivare all’assassino con un sistema di indizi prelibati. Mantiene quella prospettiva, quell’anticipazione che è il vero cuore di questa parola, fine ma comune, buona per ogni palato.
In questa parola osserviamo uno scarto fra il significato originale e i suoi esiti più comuni - ed è uno scarto intelligente, poetico.
Letteralmente il prelibato sarebbe il pregustato, ciò che viene assaggiato prima. Tant’è che il praelibare latino, oltre a questo, aveva i significati di sguardare, di sfiorare, di accennare: azioni in cui troviamo un’anticipazione di un futuro contatto più corposo.
Lo scarto bellissimo è che il pregustato diventa ciò che ha sapore eccellente: vivande e bevande, quelle squisite, sono catalogate in un cassetto della memoria sempre a portata, e ci pesano sul desiderio tanto che iniziamo a gustarle alla loro sola prospettiva. Quando la mamma dichiara “Ho fatto la parmigiana di melanzane” Pavlov prende un appunto: non l’abbiamo vista, non l’abbiamo odorata, ma è prelibata, e qui troviamo la coda di rondine che incastra pregustato e squisito.
Poi nei dizionari si trova registrato che ‘prelibato’ signfica anche pregevole, egregio in virtù di qualità personali straordinarie - anche se parlare di una persona prelibata invita facilmente uno sguardo cannibalesco. Invece gagliardo (pur se desueto) è il significato che vede nel prelibato ciò che è accennato in precedenza: torneremo su un argomento prelibato, il buon giallo fa arrivare all’assassino con un sistema di indizi prelibati. Mantiene quella prospettiva, quell’anticipazione che è il vero cuore di questa parola, fine ma comune, buona per ogni palato.