Etimologia participio passato di redimire, uguale in latino, di origine incerta. Probabilmente da avvicinare a redimiculum ‘collana, benda ornamentale’, forse derivato di amiculum ‘sopravveste’.
Per quanto nei dizionari sia annoverato l’arcaico verbo ‘redimire’ (che non ha niente a che fare col ‘redimere’), è nella forma del suo participio passato, e quindi di aggettivo, che ha avuto il maggior successo - per quanto sempre in ambito letterario. ‘Redimito’ significa incoronato, cinto (anche figuratamente): l’amico pubblica una sua foto redimito d’alloro (anche se si è laureato cinque anni fa), il collega che ha concluso il contratto importante è redimito da tutto l’ufficio, si esce dalla festa di bambini redimiti con un cappello di carta direttamente incollato alla fronte.
Ma per estensione il redimito diventa anche, in genere, l’ornato: e allora si va al festival di yoga redimiti di collane orientali, si apprezza il romanzo redimito di riferimenti alla nostra città.
Non capiterà di usare questa parola tutti i giorni, anche perché difficilmente si verrebbe compresi, ma ci sarà sempre quella volta in cui una parola così aulica, per l’altezza del contesto o per l’ironia dell’intento, sarà proprio quella giusta.
Per quanto nei dizionari sia annoverato l’arcaico verbo ‘redimire’ (che non ha niente a che fare col ‘redimere’), è nella forma del suo participio passato, e quindi di aggettivo, che ha avuto il maggior successo - per quanto sempre in ambito letterario. ‘Redimito’ significa incoronato, cinto (anche figuratamente): l’amico pubblica una sua foto redimito d’alloro (anche se si è laureato cinque anni fa), il collega che ha concluso il contratto importante è redimito da tutto l’ufficio, si esce dalla festa di bambini redimiti con un cappello di carta direttamente incollato alla fronte.
Ma per estensione il redimito diventa anche, in genere, l’ornato: e allora si va al festival di yoga redimiti di collane orientali, si apprezza il romanzo redimito di riferimenti alla nostra città.
Non capiterà di usare questa parola tutti i giorni, anche perché difficilmente si verrebbe compresi, ma ci sarà sempre quella volta in cui una parola così aulica, per l’altezza del contesto o per l’ironia dell’intento, sarà proprio quella giusta.