Laurea

làu-re-a

Significato Riconoscimento del compimento di un corso universitario

Etimologia dal latino: (corona) laurea corona d’alloro.

Concluso un percorso di studi superiore, universitario, si ottiene la laurea: ma che cos’è? Siamo abituati a pensarla come un documento ufficiale, un’attestazione, un foglio da allegare a una domanda di partecipazione a un concorso, una pergamena da appendere - o un frustrato pezzo di carta che alla fine non ti serve a niente. Ma nell’uso corrente si perde il contatto con la parola: laurea è un aggettivo vòlto al femminile, è qualcosa di laureo, cioè qualcosa fatto di alloro - in particolare, si sottintende, una corona.

L’alloro è una pianta importante, nella nostra cultura: alto, sempreverde e profumato in modo inebriante, da sempre i suoi rami, intrecciati, sono l’ornamento posto sul capo del generale vittorioso e del più alto poeta. La celebrazione più vicina all’apoteosi ha il proprio simbolo nell’umiltà viva della flora: non vuole la morta corona d’oro e di gemme. Il serto leggero che cinge la testa di Petrarca vale più di una pesante corona di re.

Così, quelli che - si dice a Padova, nell’800 - hanno per primi intrapreso l’uso di mettere in capo corone d’alloro a chi giungeva alla fine degli studi universitari, hanno allora scelto di riabbracciare un onore conferito per mezzo del simbolo vivo. E oggi più che mai percepiamo che il traguardo di una laurea non può essere qualcosa di minerale, il cristallizzarsi in un futuro d’impronta accademica - vuoi perché è difficile trovare lavoro, vuoi perché la società cambia e la formazione diventa una tensione continua, proteiforme, che dura tutta la vita. Perciò un serto vivo dà una buona dimensione di un traguardo vivo - che magari non ti rivoluziona l’esistenza, ma per cui è giusto fermarsi e festeggiare con una corona in testa.

Parola pubblicata il 25 Febbraio 2013