Salsa

sàl-sa

Significato Condimento dalla cremosità variabile, utilizzato solitamente nella preparazione di piatti salati; in Italia, specialmente al Sud, è chiamato così il sugo cotto di pomodoro. Con la locuzione ‘in tutte le salse’ s’intende, invece, proporre reiteratamente una determinata cosa, ogni volta in modo diverso. In musica: genere di danza sviluppatosi nella città di New York e in Portorico, incrociando stili di origine cubana e portoricana con elementi di derivazione africana e iberica, contaminati dal jazz e dal rock.

Etimologia nel primo significato, dal latino volgare salsa, dal latino salsus ‘salato, piccante’. Nella seconda accezione, prestito dallo spagnolo d’America salsa, indicante l’omonimo genere di musica e di danza latino-americana; il termine ‘salsa’ è qui mutuato dal linguaggio gastronomico e potrebbe significare proprio la mescolanza di stili e di tradizioni musicali diverse.

A parte il sugo di pomodoro, re delle salse nel nostro Meridione, la salsa è una fondamentale preparazione culinaria composita, dalla consistenza morbida e gradevole: bruna, rosa, vellutata, maionese, ketchup, mostarda, besciamella, harissa… ognuna condisce i piatti più disparati, aggiungendo un gusto delicato o deciso, legando insieme ingredienti e sapori del piatto a cui si accompagna.

Anche il ballo della salsa è una commistione di elementi, in questo caso sonori, dove gli stili delle differenti regioni caraibiche hanno prodotto un sincretismo tra ritmi afro-latini e strutture melodico-armoniche iberiche… insomma una ‘miscela di miscele’.

Tutto cominciò a New York nel 1947, quando una nota sala da ballo che stava perdendo i suoi frequentatori si salvò grazie all’introduzione della musica latina. Inizialmente con il termine ‘salsa’ vennero etichettati un gran numero di stili di musica da ballo afro-caraibica: son e rumba (Cuba), merengue (Repubblica Dominicana), bomba e plena (Portorico), cumbia e porro (Venezuela e Colombia). In seguito all’enorme interesse economico generato da questo fenomeno, negli anni Sessanta la salsa divenne un movimento socio-culturale dei latinos e degli afro-latini a New York.

Dall’evoluzione degli stili musicali sopra menzionati, in particolare del son, e dall’assimilazione dei generi nordamericani, soprattutto del jazz, si è sviluppata una forma musicale indipendente di salsa, con caratteristiche musicali specifiche. Willie Colón fu uno dei principali esponenti di questo genere, che negli anni Settanta raggiunse il massimo splendore. La musica si diffuse rapidamente in tutti i Caraibi e la città di New York perse il suo primato.

Negli anni Ottanta l’interesse per la salsa diminuì e la generazione più giovane dei latinos di New York si allontanò dal vecchio movimento. Cercando di ottenere la massima popolarità possibile, la musica divenne sempre più commerciale e stilisticamente più ‘leggera’. La critica sociale passò in secondo piano; la vita quotidiana nei barrios latini (quartieri suburbani depressi) che costituiva il tema principale negli anni Settanta, lasciò il posto ad argomenti sentimentali, dando spazio alla salsa romántica, o a quello che è stato definito ‘pop depoliticizzato, ketchup piuttosto che salsa’. Alla fine degli anni Novanta si affermarono cantanti come Marc Anthony.

La base della struttura ritmico-musicale della salsa è il son, eseguito con il canto in forma antifonale tra solista e coro che risponde, caratteristico di molti generi afro-caraibici (come questa cumbia che divenne la famosa colonna sonora della pubblicità di un caffè).

Tuttavia, a differenza del son, folcloristico e rurale, la salsa sviluppatasi autonomamente è un genere urbano, dal contenuto tematico completamente nuovo. La musica è più veloce, mentre il suono più aggressivo e travolgente evoca l’atmosfera ruvida del barrio. Al posto dei cordofoni tipici del son, come chitarra e tres, si preferiscono ensemble di trombe e tromboni, con una sezione ritmica più complessa e dal suono penetrante, in cui s’intrecciano schemi ritmici ostinati, realizzati da percussioni come claves, timbales e campane.

Il ritmo di base consiste in un’unità minima di due battute da 4/4 ciascuna, in cui lo sfasamento di sovrapposizioni ritmiche variegate crea il tipico effetto latino.

Sia la salsa che il son si ballano in coppia, ma quest’ultimo è più lento e si può danzare in modo diverso, a seconda dello stile prescelto. Perciò, a volte in pista si formano gruppi che seguono passi differenti sulla stessa musica. Per esempio, nella salsa portoricana i ballerini si muovono su una linea immaginaria, scambiandosi continuamente di posto, mentre in quella cubana non si deve seguire nessuna linea. A seconda dello stile, i salseri rispettano delle pause all’interno del modulo ritmico. Esistono diversi stili, tra cui il New York style e il Los Angeles style… insomma, da ballare o da mangiare, c’è salsa per tutti i gusti.

Parola pubblicata il 04 Dicembre 2022

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La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale