Trombone

Le parole della musica

trom-bó-ne

Significato Strumento musicale a fiato; in senso figurato, persona piena di sé che parla usando toni esagerati, tronfi

Etimologia da tromba, letteralmente ‘grossa tromba’. Secondo la ricostruzione classica, dall’antico alto tedesco trumpa ‘strumento a fiato o a percussione’, di origine onomatopeica; secondo alcuni, dal latino triumphus, nella forma locale trumba, e dall’uso delle tubae celebrative nei trionfi.

«Chi è che non conosce quel trombone di suo padre?» diceva Totò al cavalier Trombetta, il quale non la prese bene, visto che l’appellativo descrive un uomo pieno di sé che sproloquia a tutto spiano.

L’interpretazione in chiave comica del significato di questo termine scaturì da circostanze ben diverse, che tutti conosciamo: trombe e tromboni annunciavano solennemente la presenza di una maestà regale e da tanta pomposa magnificenza derivò l’accezione ironica. Eppure il trombone era ritenuto consono al divino, tanto che per la prima volta fu raffigurato nella splendida Assunzione della Vergine di Filippino Lippi (1488-1493) a S. Maria sopra Minerva a Roma (da sinistra, il primo angelo in alto).

In tedesco il nostro strumento è chiamato Posaune, parola che deriva dal francese buisine, dal latino buccina. I vecchi testi di archeologia traducevano buccina un po’ sbrigativamente con tromba, ma oggi si tende a mantenere il termine latino (anzi abbiamo anche il buccinare).

Classicamente si ritiene ‘tromba’ un prestito dall’antico alto tedesco trumba, trumpa, indicante per imitazione onomatopeica uno strumento a fiato o a percussione. Ma secondo altri, con teorie meno condivise, quella della tromba è una storia romana: il linguista Mario Alinei ha infatti proposto un’etimologia diversa dalle precedenti, alla cui origine ci sarebbero i Triumphi, i trionfi. Secondo questa interpretazione, tali eventi, a larga partecipazione popolare, instaurarono uno stretto legame associativo fra la manifestazione e il suono dei tubicines, i trombettieri che nelle sfilate trionfali occupavano il secondo posto dopo il Senato al completo. Nel latino arcaico e popolare il ph greco veniva reso con p, e infatti la forma triumpe è attestata nel Carmen Arvale, frammento di un antico canto liturgico dei sacerdoti Arvali.

Il trombone vero e proprio nacque all’inizio del XV secolo da un’elaborazione dell’antica buisine, ampliata verso il grave. Come ha scritto Andrea Bornstein, fu il primo strumento monodico con il quale si riuscì a suonare con sicurezza nel registro basso, «fino ad allora dominio esclusivo dell’organo».

Come nel cornetto, l’aria viene insufflata in un bocchino ‘a tazza’, dove si appoggiano le labbra socchiuse che vibrano producendo una sorta di pernacchietta. Il corpo dello strumento ha forma tubolare con l’estremità che si allarga a cono, detta ‘campana’. Può variare la sua lunghezza grazie allo scorrimento telescopico di un tubo ricurvo sagomato a U — chiamato ‘tiro’ o, in francese, coulisse — che collega due tubi paralleli, mutando di conseguenza l’intonazione e utilizzando gli armonici naturali. Il taglio di trombone maggiormente in uso è il tenore, da sempre il più diffuso. Per inciso, alcuni confondono il trombone

con la tuba, che invece è un flicorno grave.

Nel Cinquecento il trombone fu spesso usato in funzione di raddoppio o di sostituzione della voce umana, ma anche in ensemble interamente strumentali, come in questa bella ‘canzona’ di Giovanni Gabrieli (1608).

Nel 1551 Erasmus Schnitzer di Norimberga costruì un trombone che si è conservato fino ai giorni nostri… potenza della tecnologia tedesca! Ancora in Germania, Michael Praetorius raffigurò e classificò tromboni, cornetti e altri fiati nel suo Theatrum instrumentorum del 1620.

Dalle fastose cerimonie della serenissima repubblica di Venezia alle cappelle musicali di tutta Europa, il trombone risuonava maestoso. Era presente perfino nelle strade e, essendo piuttosto maneggevole, è ancora oggi uno degli strumenti peculiari delle bande musicali. Nonostante alcune modifiche, rimase sostanzialmente immutato sino all’inizio dell’Ottocento, quando divenne elemento stabile dell’orchestra sinfonica. Subì tuttavia alcuni sviluppi tecnici anche per influenza del jazz, che ricercava nuove possibilità espressive, estranee a quelle utilizzate nel repertorio classico.

Parola pubblicata il 07 Novembre 2021

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale