Swing

'swinɡ

Significato Stile musicale interpretativo, tipico del jazz

Etimologia dall’inglese swing ‘slancio’ e ‘oscillare’.

Nell’inglese medievale le parole swingan e swinge, di origine proto-germanica, significavano rispettivamente colpire (o correre), e colpo; nel Cinquecento swing prese anche l’accezione di oscillare, dondolare. Questi concetti confluirono nel lessico musicale intorno al 1931, anno in cui Duke Ellington compose It don’t mean a thing (if it ain’t got that swing) «Non significa nulla (se non ha quello swing)».

Tra gli anni Trenta e Quaranta si affermò così lo swing style; aveva scansione ritmica binaria ed era suonato da big band, ossia da gruppi formati da numerosi esecutori. Divenne l’anima del jazz e, dagli States, raggiunse rapidamente il Vecchio Mondo.

Come pratica esecutiva, lo swing sopravvisse anche alla decadenza dello stile vero e proprio. Si può suonare in maniera swing quasi qualunque cosa; l’importante è dare slancio al tutto. Molto dipende dal contesto, dalla capacità degli esecutori di ‘giocare’ tra loro, lasciandosi guidare dal momento, improvvisando.

Scriveva Arrigo Polillo:

Era ormai cominciata [dopo il 1935] quella che fu detta la swing craze, la febbre, la follia collettiva per il cosiddetto swing, che altro non era se non una reincarnazione, una versione mondata e «per bene» del vecchio jazz, di cui lo swing è sempre stato uno degli elementi più caratteristici e anche più difficilmente definibili […]: quella certa capacità di trascinare con dolcezza, quella forza tranquilla ed elastica che ogni esecuzione, ogni «a solo» di jazz devono possedere.

Cos’era successo dopo il 1935? La band di Benny Goodman aveva proposto un particolare tipo di swing agli adolescenti bianchi, combinando le pratiche esecutive tipiche delle big band afroamericane, come quelle guidate da Chick Webb, con arrangiamenti moderni di canzoni pop. Perciò lo swing divenne una moda nazionale e il numero delle formazioni si moltiplicò. Gruppi sweet suonavano la normale musica da ballo, mentre gruppi hot come quelli di Goodman, Cab Calloway, Duke Ellington e Count Basie, proponevano uno swing più coinvolgente.

Lo swing rappresentava anche una qualità, un po’ misteriosa, trascendente la notazione musicale: il corpo è sollecitato a seguire il ritmo, ben oltre il battere il piede o lo schioccare le dita. Forse per questo fu definito ‘impulso vitale’. Comunque, il termine finì per indicare l’omonima forma di danza negli stessi anni Trenta e Quaranta, complice un altro ballo, il Lindy hop.

Anche le nuove tecniche d’incisione giocarono un ruolo nella diffusione dello swing. Infatti, fino al 1926 le registrazioni non restituivano fedelmente il suono della chitarra o quello del contrabbasso pizzicato, che divennero accettabili solo con l’avvento delle nuove tecnologie.

Per quanto lo swing fosse popolare, venne talvolta criticato da chi lo considerava una degradazione commerciale del jazz originario, quello di New Orleans. Col tempo, il ricorso ad arrangiamenti e persino a improvvisazioni standardizzate innescò un processo di declino, facendo irrigidire lo swing in forme sempre più stereotipate. Nel 1944 morì Glenn Miller; sciolta l’orchestra con cui aveva trionfato, Miller aveva scelto di arruolarsi nell’esercito e suonare per le truppe americane. L’aereo su cui viaggiava dall’Inghilterra alla Francia, scomparve misteriosamente in volo e non fu mai ritrovato.

L’aumento dei costi di viaggio per realizzare i tour delle grandi orchestre e lo sviluppo dell’industria della canzone pop fecero il resto. Il vuoto fu rapidamente colmato dal rhythm and blues e dal bebop, ‘elevando’ il jazz al rango di arte. Ma lo swing sopravvive come elemento indispensabile.

Ad esempio, in una sequenza di crome, si può ‘swingare’ eseguendone ogni coppia come terzine (con la prima croma legata alla seconda, in ritmo trocaico lunga-breve), oppure suonando con disinvoltura ritmi sincopati, inserendone anche quando la scansione originale è regolare. Purché tutto sia sciolto, flow, swing.

Per inciso: non è in stile swing il famoso spiritual Swing Low, Sweet Chariot, anche se ha il ‘dondolio’ nel titolo. Invece si potrà dire figuratamente che un progetto ha finalmente preso il suo swing e che ora procede spedito.

Parola pubblicata il 25 Maggio 2025

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale