Accezione
ac-ce-zió-ne
Significato Significato particolare di un vocabolo
Etimologia voce dotta recuperata dal latino acceptio ‘accoglimento’, che viene da accipere ‘prendere’.
Parola pubblicata il 02 Ottobre 2021
ac-ce-zió-ne
Significato Significato particolare di un vocabolo
Etimologia voce dotta recuperata dal latino acceptio ‘accoglimento’, che viene da accipere ‘prendere’.
Parola pubblicata il 02 Ottobre 2021
La prima cosa che balza all’occhio è quanto sia curioso che una parola così, a dispetto di premesse etimologiche delle più ampie… finisca per avere una sola accezione. Ma andiamo con ordine.
Quando si parla di accezione il discorso è stretto e profondo. Si parla solo di lingua, e in particolare di significati di parole: come sappiamo, i significati delle singole parole possono essere molti e variegati, prendere pieghe delle più diverse: diversi i casi, diversi i significati. Ecco, l’accezione è il significato particolare preso da una parola, un ramo del suo albero semantico.
Facendo una carrellata di esempi, l’enorme verbo ‘sentire’ può avere molte accezioni sensoriali (sento un suono e una ruvidità), e altrettante accezioni sentimentali (sento amore e sento l’inverno); il verbo scoppiare ha accezioni materiali e figurate, che affratellano il palloncino pestato e il mio cuore traboccante; si può notare come in fisica ‘forza’ e ‘lavoro’ siano usate con accezioni specialistiche; si può discutere di come il termine ‘ideologia’ (in sé un ‘insieme di principi e idee’) sia spesso impiegato nella scivolosa accezione negativa di ‘dogma intransigente’; quando si inviano delle lettere si può scoprire che il vocabolo ‘vocabolo’ ha anche l’accezione di contrada, frazione, località; e molte parole sono correntemente intese con accezioni diverse fra la lingua nazionale e la lingua locale: se a Firenze sento dire che Tizio è un ganzo, non lo interpreto nell’accezione di ‘amante’, ma in un senso peculiare che si può unicamente rendere con cool. Ebbene, l’accezione descrive questo stato di particolarità di significato, questa unità di variabilità, con un’immagine poetica di profonda intelligenza.
Infatti l’accezione è mutuata dall’acceptio latina, che come s’indovina in maniera piuttosto trasparente è un’accettazione, un accoglimento — accipere è letteralmente ‘prendere’. L’accezione non ci racconta come una parola è in genere, ma come si prende in un certo caso. Non domina l’ampiezza del bacino intero del termine, ma porge uno specifico significato da ricevere.
‘Accezione’ è una parola semplice, dritta. Ma si trova soltanto in discorsi di una certa levatura; per l’esattezza in discorsi metalinguistici, cioè in discorsi (ovviamente ‘fatti’ di lingua) che riguardano la lingua stessa. Perciò quando si incontra si sa subito che il ragionamento si spinge a una certa profondità di pensiero — quella che è sempre propria della lingua che osserva e discerne sé stessa.