Tabernacolo

ta-ber-nà-co-lo

Significato Nel culto cristiano, edicola o nicchia contenente immagini sacre o il vino e l’ostia consacrati sull’altare. Nel culto ebraico era un santuario mobile costituito da pelli e tende, in cui si conservava l’Arca dell’Alleanza contenente le tavole della legge, e che venne poi ampliato nel Tempio una volta che il popolo ebraico si stabilì nella Terra Promessa

Etimologia dal latino tabernaculum ‘baracca, capanna provvisoria’, da taberna, cioè ‘capanna’ ma anche ‘tenda augurale’, luogo in cui il sacerdote riceveva gli auspici dalle divinità.

La parola tabernacolo ha un significato molto importante sia nell’ebraismo che nel cristianesimo, più precisamente per le confessioni cattolica e ortodossa. In generale, e con questa valenza la troviamo nel cristianesimo, è un’edicola contenente immagini sacre che può trovarsi per le strade e i sentieri di campagna e che, nel linguaggio popolare, è spesso detta anche figuretta o figurina. Ad esempio, Don Abbondio viene minacciato dai bravi di Don Rodrigo di fronte al tabernacolo rappresentante le anime del purgatorio, e nel film Don Camillo… Monsignore ma non troppo, tra l’ormai vescovo Don Camillo e l’ormai parlamentare Compagno Peppone nasce una disputa intorno alla preservazione di un tabernacolo dedicato alla Madonnina del Borghetto, la cui esistenza è minacciata dalla costruzione della Casa del Popolo di Brescello.

Quando però si sta parlando del tabernacolo intra muros, ovvero della nicchia presente nelle chiese consacrate, ci si riferisce al contenitore, di solito molto elaborato e composto da materiali nobili e preziosi, dove sono conservate le ostie. In tal senso, allora, il tabernacolo assume un significato importante in quanto è il luogo fisico della presenza di Dio in terra tramite il miracolo della transustanziazione. Ammiriamo dunque il bellissimo tabernacolo finemente cesellato che si trova su un altare laterale nel duomo, prendiamo in giro la coinquilina il cui armadietto dei trucchi è più curato di un tabernacolo o ridiamo quando il cagnolino punta alla credenza dei croccantini quale un fedele davanti al tabernacolo.

E però di tabernacoli non ne hanno solo i cattolici o gli ortodossi. Nell’ebraismo era il santuario mobile in cui il popolo che vagava nel deserto conservava l’Arca dell’Alleanza con le tavole della legge mosaica. Era una sorta di tenda particolarmente lussuosa, fatta con pelli di animali colorate, che si montava e smontava come tutte le altre capanne delle tribù di Israele. Una volta giunti nella Terra Promessa, gli ebrei edificarono il Tempio, che fu distrutto e ricostruito varie volte e poi definitivamente raso al suolo da Tito. Nel Tempio il tabernacolo era la parte più interna e più sacra, il sancta sanctorum, luogo a cui poteva accedere solo il sommo sacerdote. Ad oggi la festa di Sukkot (che in ebraico vuol dire ‘capanne’), con la quale si commemora il vagare nel deserto del popolo ebraico, è anche detta la festa dei tabernacoli e si celebra costruendo in casa una piccola capanna con rami di cedro, mirto, salice e foglie di palma.

La parola tabernacolo ha origine latina. Deriva da tabernaculum, cioè ‘baracca, capanna provvisoria’, a sua volta da taberna, cioè ‘capanna’ ma anche ‘tenda augurale’, perché essa era anche il luogo in cui i sacerdoti divinavano e ricevevano gli auspici dalle divinità. È in tal senso che la parola ha assunto in maniera preponderante il significato di luogo sacro, legato al divino. Poi, ovviamente, noi abbiamo anche la taverna, dove piuttosto che dedicarci alle cose dello spirito, ci diamo ad altro genere di spirito, all’esercizio del palato e della buona tavola. Non di solo pane vive l’uomo, ma a pancia piena di ragiona e magari si prega anche meglio.

Parola pubblicata il 12 Gennaio 2025