Zampirone

zam-pi-ró-ne

Significato Incenso a base di piretro che tiene lontane le zanzare; sigaretta fetida

Etimologia dal nome del farmacista veneziano Giovanni Battista Zampironi, floruit nella seconda metà dell’Ottocento.

A metà ottocento fu chiarito che un particolare genere di erba molto diffuso, il tanaceto, se opportunamente trasformato essiccando alcune parti aveva un potente effetto insettifugo e insetticida. Qui i nomi dell’erba e della sostanza si sovrappongono senza troppa coerenza — tanaceto, crisantemo, piretro; fatto sta che nel 1862 un farmacista veneziano, Giovanni Battista Zampironi, mise a punto un incenso a base di piretro in grado di scacciare davvero le zanzare, in forma di piccoli coni.

Naturalmente lo chiamò… piroconofobo, nome scemo se mai ve ne furono, costituito da piro-, elemento greco che tira in ballo il fuoco, cono, per la forma, e -fobo, che ellitticamente allude alla paura che incute negli insetti. Visto che questo nome era quello che era, fu anche tentato fidibus insettifugo. L’insettifugo si capisce bene ancora oggi, mentre il fidibus, con una secolare tradizione d’accendini di mezzo, non si intende più: era la striscetta di carta con cui si accendevano pipe, lumi e via dicendo — nome recuperato da un verso di Orazio che, come possiamo immaginare visto il tenore della storia, non c’entra niente (ture et fidibus, «con l’icenso e con le cetre» ture è incenso, fides è cetra). Date le alternative poco convincenti, lentamente (nel giro di una cinquantina d’anni) questo incenso repellente si affermò col nome di ‘zampirone’, da quello del suo inventore. Però sarà solo a fine Ottocento che, in Giappone, un incenso a base di piretro verrà plasmato in forma di spirale. E soltanto a metà del Novecento queste spirali saranno non piegate, ma fustellate come sono adesso, stampate una nell’altra su un disco unico — cosicché in tutto agio, ancora oggi, possiamo frantumarle a coppie tentando di liberarle.

Peraltro l’odore non proprio piacevolissimo nemmeno per gli umani ha favorito l’estensione del nome a sigarette e sigari particolarmente fetenti — per cui chiediamo allo zia di andare a fumare il suo zampirone un po’ più in là.

La curiosità della storia non si ferma al fatto che questo zampirone ha un eponimo. Un fatto straordinario è che ‘zampirone’ è un termine antiquato... ma non lo sente. Anzi è all’apice del suo successo. In una storia lunga quanto l’Unità d’Italia ha fatto in tempo a penetrare nel tessuto delle parlate familiari, nei gesti e nei discorsi delle nostri estati (e primavere e autunni), anche a dispetto delle alternative prosaiche che si credono più efficaci (dalle spirali antizanzare alle ammalianti traduzioni in inglese livello A2, come mosquito coils). Il riferimento al cavalier Zampironi, per quanto soffolto, appena nascosto sotto il pelo della parola e il più delle volte ignorato, continua a vincere. Anche perché, notata l’ironia della sorte, l’omen del nomen? ‘Zampirone’, in pratica, era il nome che Zampironi cercava e non trovava: evoca la zanzara e contiene il piro-.

Parola pubblicata il 12 Agosto 2024