SignificatoEsaminare attentamente, reputare, valutare, tenere conto
Etimologia voce dotta recuperata dal latino considerare ‘osservare attentamente, scrutare’, derivato di sidus ‘stella, astro’, col prefisso con-.
Eh sì, nel ‘considerare’ — un verbo non semplicemente normale, ma che fa parte del nucleo ristretto del paio di migliaia di parole più usate della nostra lingua — conserviamo un riferimento meraviglioso, quello alla forma di divinazione più longeva della nostra storia.
Il ‘considerare’, prima di acquistare l’utilissima batteria di significati con cui lo conosciamo, in latino aveva il senso di ‘osservare gli astri’ — letteralmente, nella splendida sintesi dei prefissi, del prenderli insieme, del coglierli nella loro situazione complessiva. E naturalmente non si trattava di un’osservazione fine a sé stessa, ma di uno scrutare volto all’oroscopo, a schiudere il presente e il futuro. Dopotutto, quello del firmamento è il quadro complesso più semplice che si ponga ai nostri occhi, così come a quelli dei primi esseri umani. Muta lentamente, indipendente, secondo geometrie enigmatiche: è come un grande rompicapo che si propone ogni notte, e in cui l’osservazione più attenta, più giudiziosa, più aperta si assorbe.
È da questo tipo di osservazione interrogativa che traiamo il considerare nel senso di ‘esaminare attentamente’, in un’ottica di analisi eziologica, delle cause e degli effetti: così classicamente consideriamo i pro e i contro, considero ogni fallimento per avere uno spunto sul da farsi. È quindi un valutare, che trascolora in un reputare, perché l’osservazione guida a un discernimento — e tu mi consideri un poco di buono, noi consideriamo chiusa la questione.
E allarga anche lo sguardo, estende i fattori, proprio come nello studio di una situazione complessa in cui entra altro di cui tener conto, quando invitiamo a considerare anche i trascorsi di una persona che ha avuto una brutta reazione, a non svelare il finale perché considera che sono ancora a metà del libro.
La cosa simpatica è che il considerare latino aveva praticamente gli stessi significati del nostro — il riferimento originario alle stelle era già obsoleto, metaforico.
Ma non perdiamolo: nel nostro banale ‘considerare’ la percezione di un disegno si intreccia col pensiero e col giudizio, in un momento di esame unico, integro. Un momento che viviamo quotidianamente, ma che venne poeticamente notato in tempi ancestrali nelle persone che studiavano il cielo, guardando in su — come facciamo distrattamente o appassionatamente noi.
Eh sì, nel ‘considerare’ — un verbo non semplicemente normale, ma che fa parte del nucleo ristretto del paio di migliaia di parole più usate della nostra lingua — conserviamo un riferimento meraviglioso, quello alla forma di divinazione più longeva della nostra storia.
Il ‘considerare’, prima di acquistare l’utilissima batteria di significati con cui lo conosciamo, in latino aveva il senso di ‘osservare gli astri’ — letteralmente, nella splendida sintesi dei prefissi, del prenderli insieme, del coglierli nella loro situazione complessiva. E naturalmente non si trattava di un’osservazione fine a sé stessa, ma di uno scrutare volto all’oroscopo, a schiudere il presente e il futuro. Dopotutto, quello del firmamento è il quadro complesso più semplice che si ponga ai nostri occhi, così come a quelli dei primi esseri umani. Muta lentamente, indipendente, secondo geometrie enigmatiche: è come un grande rompicapo che si propone ogni notte, e in cui l’osservazione più attenta, più giudiziosa, più aperta si assorbe.
È da questo tipo di osservazione interrogativa che traiamo il considerare nel senso di ‘esaminare attentamente’, in un’ottica di analisi eziologica, delle cause e degli effetti: così classicamente consideriamo i pro e i contro, considero ogni fallimento per avere uno spunto sul da farsi. È quindi un valutare, che trascolora in un reputare, perché l’osservazione guida a un discernimento — e tu mi consideri un poco di buono, noi consideriamo chiusa la questione.
E allarga anche lo sguardo, estende i fattori, proprio come nello studio di una situazione complessa in cui entra altro di cui tener conto, quando invitiamo a considerare anche i trascorsi di una persona che ha avuto una brutta reazione, a non svelare il finale perché considera che sono ancora a metà del libro.
La cosa simpatica è che il considerare latino aveva praticamente gli stessi significati del nostro — il riferimento originario alle stelle era già obsoleto, metaforico.
Ma non perdiamolo: nel nostro banale ‘considerare’ la percezione di un disegno si intreccia col pensiero e col giudizio, in un momento di esame unico, integro. Un momento che viviamo quotidianamente, ma che venne poeticamente notato in tempi ancestrali nelle persone che studiavano il cielo, guardando in su — come facciamo distrattamente o appassionatamente noi.