Formidabile

for-mi-dà-bi-le

Significato Spaventoso; eccezionale, straordinario

Etimologia voce dotta recuperata dal latino formidabilis ‘spaventoso’, da formidare ‘temere’, a sua volta da formìdo ‘timore’.

Magari si può avere una gioventù turbolenta, e però poi certi caratteri finiscono per smussarsi, smorzarsi; quello che prima era inquieto e inquietante si tempera e diventa positivo. Succede anche alle parole. Magari nascono con un significato molto forte, addirittura tremendo — che come tutte le cose tremende è attraente. Magari questo significato tremendo viene usato sia in senso proprio ma anche per delle iperboli, per esagerare, per scherzare, e magari quest’attitudine all’esagerazione si fa così forte da eclissare il significato proprio, e alla fine rimane solo lo slancio straordinario. «Sarà mica quello che è successo a ‘formidabile’?» si domanderanno gli ingegni più formidabili, ed ebbene sì.

Il latino formidare significava ‘temere’, un derivato di formìdo, ‘timore’, la cui etimologia resta un grattacapo. Il formidabile, alla lettera del formidabilis, recuperato dal latino in epoca rinascimentale, è lo spaventoso.
In questo senso lo troviamo usato con un certo compiacimento, in letteratura. È formidabile il magico corno di Astolfo dell’Orlando furioso, tanto terribile che fa fuggire chiunque ne oda il suono, amici e nemici («Io lo lasciai ne la cittá crudele, / onde col suon del formidabil corno / avea cacciato il populo infedele»). È formidabile il Vesuvio nell’incipit della grandiosa La ginestra di Leopardi («Qui su l’arida schiena / Del formidabil monte / Sterminator Vesevo, / La qual null’altro allegra arbor né fiore, / Tuoi cespi solitari intorno spargi, / Odorata ginestra, / Contenta dei deserti.») Ma ecco: la letteratura è un luogo in cui le parole sanno evolvere, nei decenni e nei secoli, nell’intuizione di significati contigui, o di metafore che richiedano piccoli salti. Il formidabile non s’impunta in un campo dove insistono dozzine di sinonimi ciascuno con le sue specificità — quello della paura — ma fiuta altre vie in cui la paura è figura, simbolo, ombra alla coda dell’occhio.

Ciò che suscita rispetto e manifesta un’alta autorità è formidabile. È formidabile l’agguerrito, impetuoso, il travolgente. È formidabile l’insormontabile. Capiamo che qui stiamo parlando di intelletti, consessi formidabili, di venti, di squadre formidabili, di mura, di costoni formidabili — ma il concetto di spaventoso qui è una figura, non ha una sostanza diretta. Sono usi che comunque si sono sciolti nel più ampio ‘formidabile’ quale ‘straordinario’: tutti i formidabili che abbiamo enumerato, dal corno di Astolfo in poi, sono segno di un’eccezionalità spesso unica. E così il formidabile, lasciando l’agone del tremendo, si accomoda normalizzando l’iperbole.

Se mi è venuta una maionese formidabile, se ti faccio leggere una poesia formidabile che ho trovato, se devo lavare il cane perché emana una puzza formidabile, è solo sottopelle che si sente formicolare un’antica inquietudine — sopra non c’è che uno slancio d’iperbole praticamente puro. Già perché altre parole percorrono questa via, e l’origine resta tangibile, tanto che hanno molta meno versatilità: pensiamo al mostruoso, se mi dici che la mia maionese è mostruosa non è per farmi un complimento, probabilmente è impazzita male, anche se per contro puoi lusingarmi dicendo che la mia bravura nel comporla è mostruosa. Probabilmente c’entra anche il fatto che il formidabile è etimologicamente isolato, e non abbiamo nessun appiglio a ricordarci che parla di paura.

Sorte serena, quella del formidabile, quasi un riscatto. Un estremo esagerato di entusiasmo senza ombre, con un trascorso fascinoso di terrore.

Parola pubblicata il 24 Luglio 2024