Spaventoso
spa-ven-tó-so
Significato Che suscita paura; che impressiona profondamente; enorme, incredibile
Etimologia da spavento, derivato di spaventare, che viene dal latino expavere ‘temere’, attraverso la forma intensiva del latino parlato expaventare.
Parola pubblicata il 07 Gennaio 2016
L'italiano visto dagli stranieri - con Chiara Pegoraro
L'italiano è una delle lingue più studiate al mondo: come è che gli stranieri la vedono, quali sono le curiosità, le difficoltà e le sorprese che riserva a chi la sta imparando? Con Chiara Pegoraro, esperta insegnante d'italiano per stranieri, osserveremo attraverso alcune parole le questioni più problematiche e divertenti di questo tipo di apprendimento. Per gli italiani, qualcosa di nuovo e insolito sulla loro lingua madre; per le migliaia di amici stranieri che ci seguono, un simpatico aiuto.
Non c’è nemmeno più bisogno di dirlo, ma ribadiamo: la più comune delle parole può celare punti importanti su cui riflettere.
È spaventoso ciò che suscita spavento - e fin qui nessuno si stupisce. Ma qualcuno si domanderà che cosa sia lo spavento. È un moto dell’animo della famiglia della paura: il loro etimo scaturisce dal medesimo termine latino, pavere, cioè ‘temere’. Rispetto al pavere, però, lo spavento è passato attraverso due rafforzamenti: il prefisso ‘ex-‘, che fra gli altri significati ha quello di ‘completamente’ (come in ‘esaudire’), e la trasformazione del latino parlato nell’intensivo expaventare. Lo spaventoso non suscita solo paura: investe con un turbamento sommo.
Questo turbamento non resta necessariamente legato alla paura: spesso questa rimane un termine di paragone presupposto o iperbolico. Lo spettacolo spaventoso può essere sì un horror, ma anche un tragico incidente stradale o una pièce teatrale pessima. Inoltre, lo spaventoso - proprio in virtù della sua intensità che ben si presta all’iperbole - diventa anche l’enorme, lo straordinario, l’incredibile: la bravura del prestigiatore può essere spaventosa, può essere spaventosa un’organizzazione perfetta e spaventoso un disordine totale, come anche la fame alle due e mezzo o la forza dell’atleta.
È formidabile il modo in cui le parole si evolvono - come strumenti - per rappresentare in maniera sempre più vigorosa un pensiero: ciò che risulta è un mezzo capace e versatile, che diamo serenamente per scontato, come facciamo con le pentole e i telefoni.
- Quando vado all’esame e vedo la gente nervosa, sono spaventosa -
Il significato di questa frase è abbastanza chiaro. Chi non ha provato una fastidiosa ansia da contagio a vedere folle di studenti con il naso nei libri che cercano di assorbire nozioni fino all’ultimo minuto? Ma la differenza fra spaventoso e spaventato è sostanziale. Uno è la causa e l’altro la conseguenza. A trasformare la parola di partenza, spavento, sono due suffissi. I suffissi e i prefissi stanno alla lingua come gli scambi ferroviari stanno ai treni. Basta sceglierne uno, ed ecco che una parola prende una direzione o il suo opposto.
Spaventoso, per esempio ha il suffisso –oso, che aggiunge il significato di “portatore di…” mentre spaventato, con il suffisso –ato diventa la vittima dell’azione espressa dal verbo. Da un lato c’è un mio amico con una maschera terrificante e dall’altra io che sussulto di paura.
Venendo dalla stessa base, lo spavento, è facile capire come la confusione fra le due parole sia un errore molto comune, ripetibile ogni volta che entrano in gioco i due suffissi. Un cibo può essere disgustoso, non disgustato. Un liquido dolce quando si secca è appiccicoso, non appiccicato e il figlioletto terribile dei nostri vicini è dannoso, ma non un dannato.