Investire
in-ve-stì-re (io in-vè-sto)
Significato Concedere un dominio, un beneficio, un titolo, una dignità; incaricare ufficialmente di un compito specifico; impiegare capitali e risorse per un conseguire un utile; urtare, assalire
Etimologia voce dotta recuperata dal latino investire, derivato di vestire ‘coprire, ornare’.
Parola pubblicata il 16 Dicembre 2021
Posso investire i miei risparmi, ma anche il vaso con le preziose begonie della zia, si può essere investiti cavalieri, ma anche da un vento caldo o da un sospetto, posso investire il mio tempo ed essere investito da una nuova responsabilità. Non sono investiri diversi: è una pianta unica. Ma come si riducono a unità? E che diavolo c’entra il vestire?
L’inizio di questa storia ci porta ai tempi del feudalesimo. Il primo nucleo di significato dell’investire è l’assegnare una carica. E qui troviamo il nesso con il vestito: l’attribuzione di un feudo o di un beneficio, di un titolo o di un’alta carica era compiuta con cerimonia solenne. Non si può parlare di una cerimonia uguale in ogni caso, ma parte ricorrente e importante di queste celebrazioni era la vestizione: per fare due esempi, al momento in cui si veniva addobbati cavalieri si veniva cinti dell’armamento completo, e il nuovo vescovo assume i paramenti — ma la veste può entrare in gioco anche solo venendo toccata dal celebrante. Dopotutto il latino investire significa ‘coprire, adornare’, che qui viene letto in una chiave cerimoniale e prende i significati di immettere in un nuovo ruolo, con oneri e onori. Un significato che resta pari pari nell’investire quale attribuzione ufficiale di un compito preciso — pensiamo al collegio investito dell’indagine.
È buffo pensarlo, ma anche il nostro investire capitalistico, concreto o figurato, scaturisce da questa immagine: è sempre un attribuire una posizione, un ufficio — anche se in questo caso si tratta di risorse che vengono impiegate per una certa utilità. Quando investiamo il nostro tempo lo facciamo inginocchiare, gli posiamo la spada sulle spalle e lo dichiariamo votato a conseguire il fine che abbiamo in mente.
Perché ricordiamolo: gli onori e i benefici delle investiture sono sempre a servizio di qualcuno, e le cerimonie di omaggio con cui si compivano hanno questo nome perché l’investito si faceva uomo di chi lo investiva. Così quel nostro tempo, quando si rialzerà, avrà la dignità di uno spazio suo ed esclusivo, e sarà dedicato a fare il punto sui regali di Natale o alla pulizia delle fughe del bagno. E lo stesso vale con le sommette a cui viene dato un ruolo, una responsabilità.
Ma l’investire ha anche una dimensione violenta, di assalto; questa non è figlia dell’investire feudale, ma sua collaterale, sorella, perché attinge direttamente alla fonte, all’investire quale cingere, coprire. Si tratta di un’accezione di matrice militare: investire il nemico significa andargli addosso, incalzarlo, cingerlo. E similmente la simpatica auto che non mi ha investito per un soffio mi stava per fare un cappotto di lamiera, il delicato aroma di cavolo che mi investe nella tromba delle scale mi accoglie come una vestaglia, e se ti investo con un’infinita pezza di domande ti ci avvolgo dentro.
Testimonianza di come siano le figure più vicine, correnti e nostre a dare i frutti più larghi, nella lingua.