Kamikaze
ka-mi-kà-ze
Significato Pilota giapponese che durante la seconda guerra mondiale effettuava missioni suicide; terrorista suicida; persona temeraria che si getta in un’impresa rischiosa
Etimologia voce giapponese che significa “vento divino”, composto da kami divinità shinto e kaze vento. In kanji è scritta “神風”.
Parola pubblicata il 03 Ottobre 2013
Parole giapponesi - con Haruki Ishida
Insieme ad Haruki Ishida, dottore in Lingua e Letteratura italiana dell'Università di Kyoto, affrontiamo alcune parole giapponesi che sono diventate consuete anche agli Italiani, cercandone l'origine.
“Kamikaze” è una delle parole giapponesi più famose nel mondo. L’origine etimologica è molto vecchia. Questa parola appare per la prima volta nella mitologia giapponese, ma è diventata famosa nell’epoca Kamakura. Nel 1274 e nel 1281 il condottiero mongolo Kublai Khan mandò delle truppe in Giappone, però entrambe le volte questo progetto è fallito perché grandi tifoni hanno attaccato le navi mongole. I Giapponesi in quest’era hanno chiamato i due tifoni “Kamikaze” e hanno creduto che Giappone fosse protetto da divinità. Questo evento ha reso la parola “kamikaze” famosa.
Ma adesso la parola è conosciuta in altro senso, cioè come “gli attacchi suicidi dei piloti giapponesi” nella seconda guerra mondiale (che, per inciso, noi Giapponesi chiamiamo Guerra del Pacifico siccome le armate giapponesi non hanno combattuto in Europa ma principalmente sull’Oceano Pacifico contro gli Stati Uniti). Era un’azione folle. Adesso la parola “kamikaze”, in giapponese, non viene più usata. Forse consideriamo questa parola un genere di tabù perché è troppo triste. Ma noi, dall’altro lato, rispettiamo i soldati di kamikaze. Quasi tutti di loro erano soldati semplici. Credevano che i loro attacchi suicidi fossero efficaci per proteggere la patria e la famiglia (possiamo leggerlo nelle loro lettere). Adesso noi viviamo in pace. Quindi li rispettiamo e non li dimentichiamo.
In italiano questa parola viene usata principalmente nei media per indicare attacchi suicidi di stampo terroristico. Gli altri significati più strettamente legati alla storia giapponese sono relegati, appunto, in ambito storico. È però da notare come l’immagine del “vento divino” sia originariamente un’immagine di difesa, divina o militare, rispetto ad una guerra in corso o minacciata - immagine che ha poco a che vedere con gli attacchi terroristici nei confronti di civili inermi, di cui si ha tristemente spesso notizia. Perciò si può dire che da noi sia una parola usata con grave improprietà.
Notiamo infine che qui in Italia è una parola che si presta ad un uso figurato, e anche ironico: quando qualcuno si lancia in un’impresa audace con poche possibilità di riuscita o affronta un rischio con temerarietà, lo si chiamerà kamikaze.