Mantra
màn-tra
Significato Inno, preghiera, formula sacra; al di fuori del contesto religioso, anche slogan, massima personale, stile di vita
Etimologia dal sanscrito मन्त्र màntra ‘strumento del pensiero, inno, formula sacra o magica’.
Parola pubblicata il 14 Dicembre 2018
Sanscrito italiano - con Mauro Aresu
Parole sanscrite entrate in italiano, parole italiane che richiamano il sanscrito: dopo il ciclo sulle figure retoriche, Mauro Aresu, giovane studente di lettere classiche, ci propone un tuffo in una delle interazioni linguistiche più fascinose, fra mode contemporanee e suggestioni primigenie.
La parola mantra è una di quei termini che, appartenenti originariamente all’ambiente sacro dell’India antica, si sono spostate, in Occidente, verso una dimensione più semplice e quotidiana. Stranamente, non ho trovato alcun dizionario della lingua italiana che segnali quest’uso di mantra – sebbene i dizionari debbano raccontare l’uso della lingua, e non la norma – e ne ho trovato esempi solo in lingua inglese nella versione online del dizionario Merriam Webster. Ma per capire di che cosa io parli, bisogna partire dal significato originario della parola.
Il mantra è, in sanscrito, lo strumento del pensiero. La radice di questo termine, infatti, la possiamo ritrovare anche nel latino mens (da cui il nostro ‘mente’); andando a cercare qualche altra lingua, poi, con vari mutamenti la troviamo anche nell’inglese mind (‘mente’) e nel greco αὐτόματος (autòmatos, che tra le altre cose significa anche ‘volontario, di proprio impulso’, quindi un qualcosa che agisce per azione del suo stesso pensiero). Questo pensiero, poi, si esplica nella pratica nelle formule, chiamate anch’esse mantra.
Alle origini del pensiero religioso dell’India antica non vi era un’idea di rapporto con la divinità come quello che abbiamo noi: la divinità veniva invocata, tramite il mantra, avendo il fedele come fine l’ottenimento di qualcosa. Il mantra, quindi, era appunto lo strumento che permetteva, attraverso la sua recitazione, di ottenere qualcosa grazie all’invocazione della divinità.
Ma quindi come ci è arrivata, questa parola, nel nostro Occidente, che poco ha a che fare con queste antiche religioni? Per noi, spesso, un mantra è una massima, uno stile di vita, uno slogan. Il mantra dello studente un po’ scapestrato è “rifiuto solo sotto il 18”; gli amanti del pensiero positivo possono dire che il loro mantra, appena svegli, è “oggi spacco tutto”; in un quotidiano, il The Philadelphia Inquirer, ho trovato un articolo riguardante una designer di abiti sulla cui cintura “ci puoi anche far ricamare il tuo mantra personale!”, e il mantra della compagnia di questa designer è “dedicati alla tua verità e ispira gli altri”. Siamo decisamente fuori dal contesto religioso asiatico.
Chiaramente, il significato originale del termine è stato preso e adattato a quelle che sono le necessità della lingua occidentale. Si tratta, chiaramente, di un meccanismo molto comune. anche se può sembrare una cosa irrispettosa, non ci si deve indignare: la lingua funziona così, prende dal sacro e sposta nel profano, fa il contrario, trasforma le cose. Nonostante ciò, però, è una bella cosa la consapevolezza delle radici di queste parole, che dalle nostre parti saltano di bocca in bocca quasi svuotate del loro significato, mantenendone solo un nucleo piccolo piccolo nel profondo, e sono state – e continuano a essere – per altri termini pesanti, preziosi e pregni di storia e pensiero.