Medium
mè-dium
Significato Sensitivo, chi agisce come tramite con gli spiriti o provoca fenomeni paranormali; mezzo di comunicazione; taglia media
Etimologia nei tre casi, dall’inglese medium ‘medio, centrale’, dal latino medius; quello di ‘sensitivo’ arriva a noi attraverso il francese médium.
Parola pubblicata il 22 Agosto 2023
Il latino è prezzemolino, si trova dappertutto — e anzi spesso lo troviamo attinto con grande vigore da altre lingue europee, in voci che recuperiamo con questo tramite. Il caso di ‘medium’ è eclatante, perché non ne facciamo a meno né quando scegliamo le magliette al centro commerciale, né quando discettiamo di politica e società, né quando indulgiamo nello spiritismo.
Una simile versatilità non è strana, ma è interessante: dopotutto il medium latino è ciò che sta nel mezzo, niente di più complesso, ed è naturale che una simile qualità possa essere riconosciuta in una quantità di attributi e ruoli differenti. Ma alcuni mezzi ambiscono a una certa specificità, vogliono distinguersi per prestigio, per precisione pratica o scientifica.
Questi usi scaturiscono, in momenti e con percorsi diversi, dall’inglese medium, prestito diretto dal latino. A fine Ottocento, quando insieme alla psicologia impazza la parapsicologia, passa attraverso il francese médium per indicare chi ha, o di solito pretende di avere, il potere di fare da tramite con il mondo degli spiriti — ma in maniera più generica chi può suscitare e manifestare fenomeni paranormali, alla telecinesi alla levitazione all’ectoplasma. Così durante le indagini difficili intervengono anche medium d’ogni sorta per dare indicazioni dall’oltre, mentre la prozia aveva una medium di fiducia a cui cui chiedeva dove erano le chiavi ogni volta che le perdeva. Peraltro va notato che da questo tipo di medium scaturiscono anche termini di grande ermetico carisma come medianismo, nel senso di funzione di medium e fenomeni determinati da medium, medianità, medianico e simili.
Solo negli anni ‘60 del Novecento medium d’altro genere sbarcano più stabilmente in italiano: in maniera semplicissima — che però supera la genericità con cui suonerebbero i riferimenti a piccolo-medio-grande, e segnando la novità del prêt-à-porter di massa — diventa il nome specifico della taglia media: così ci ostiniamo a comprare una medium anche se poi bubiamo perché ci va stretta di spalle. Inoltre, e con maggior rilievo, il medium si afferma come mezzo espressivo, e di comunicazione di massa. Allora possiamo parlare della scelta da parte dell’artista di un medium materico per esprimere la sua prospettiva su un fenomeno, o magari dell’opzione di un medium proprio di una tradizione che sta scomparendo, ma anche di come una narrazione venga adattata a seconda del medium usato per raccontarla — dal teatro al cinema e via dicendo — e di come l’informazione si sia propagata capillarmente tramite un medium insolito (e questo che investe la comunicazione di massa è il medium che includiamo nei mass-media).
È una vita curiosa, quella di ‘medium’: alla fine è una maschera trasparente — inglese, francese, latina — indossata dal ‘mezzo’ per paludarsi nel mistero, per precisarsi in una taglia, per definirsi come tramite in un ruolo di espressione e divulgazione. Insomma quando vuol parere qualcosa in più.