SignificatoChe ricorre ogni secolo, che dura o vive uno o più secoli; della vita mondana, terreno
Etimologia voce dotta recuperata dal latino saecularis, derivato di saeculum ‘età, generazione, secolo’.
L’idea arrotondata su che cosa sia un ‘secolo’, ossia un periodo di 100 anni, rende un po’ spiazzante la profonda ambivalenza del difficile termine ‘secolare’. Se parliamo di una quercia secolare non ce la immaginiamo contrapposta a una quercia spirituale, e se parliamo di una parure di diamanti come di un bene secolare, probabilmente non stiamo dicendo sia appartenuta a quella prozia che ebbe una liaison con Verdi. Eppure il secolare (e con esso il secolo), preso nel suo duplice riferimento a un lungo lasso di tempo e alla vita terrena, resta un concetto unitario.
In latino saeculum voleva dire diverse cose. Era la generazione, sia col suo significato di stirpe, sia col suo lasso di tempo che si approssima ai trent’anni. Era in genere anche l’epoca, l’età. E questi sono significati che si intravedono anche in lontani omologhi del ceppo indoeuropeo, come quello bretone (hoal) e gallese (hoedl), sempre col significato di età, di durata della vita. Anche in riferimento alla scansione temporale etrusca il secolo era un periodo tutt’altro che determinato, anzi stabilito variabilmente nientemeno che dagli dei (secondo la rivelazione di Tagete, prodigioso bambino saggio uscito da un solco del terreno presso Tarquinia, erano dieci i secoli di vita concessi alla civiltà etrusca). Il significato preciso di ‘100 anni’ si trova già nell’antichità classica, ma è solo uno fra i tanti, che fra i tanti ha solo avuto più successo — forse proprio in virtù della sua esattezza.
Le sorti del secolo ricevono un’impressione inattesa quando nel latino ecclesiastico viene usato per tradurre il greco aión, che a sua volta ricalca il dôr ebraico: termini di tempo, di durata, che considerano il permanere e il susseguirsi e che vengono usati per descrivere il ‘di qua’, il mondo, contrapposto al religioso e allo spirituale di astratta eternità: insomma, il nuovo significato di ‘vita mondana’ è un calco semantico maturato e replicato con le traduzioni bibliche.
Per questo si usa il ‘secolare’ per indicare ciò che avviene una volta ogni cento anni (come una ricorrenza), ciò che vive o dura cento anni o molte centinaia di anni (rivalità, alberi, tradizioni) anche apprezzandola come qualità di durevolezza indefinita, e insieme lo impieghiamo per descrivere chi non appartiene a ordini religiosi, e ciò che consideriamo proprio dell’impermanenza civile, il terreno, il mondano — sempre in una contrapposizione, esplicita o no, con una dimensione spirituale. Così si notano le ambizioni secolari dell’amico, scherzando schermiamo le nostre incertezze su un argomento elevato dicendo di aver ricevuto un’istruzione secolare, o parliamo della vita secolare e privata della grande artista.
Un aggettivo importante, che tocca corde di concetto molto profonde: ci fa conoscere la sintesi fra l’età, la generazione e il mondo. Tesi non isolate, che si appoggiano a esiti in ittita, in luvio e in sanscrito, riconducono l’origine remota del secolo a un ‘legare’, il che è particolarmente suggestivo, se pensiamo a come l’età, la generazione, il mondo si concatena e ci lega nel tempo — opposto allo sciolto e libero dell’assoluto.
L’idea arrotondata su che cosa sia un ‘secolo’, ossia un periodo di 100 anni, rende un po’ spiazzante la profonda ambivalenza del difficile termine ‘secolare’. Se parliamo di una quercia secolare non ce la immaginiamo contrapposta a una quercia spirituale, e se parliamo di una parure di diamanti come di un bene secolare, probabilmente non stiamo dicendo sia appartenuta a quella prozia che ebbe una liaison con Verdi. Eppure il secolare (e con esso il secolo), preso nel suo duplice riferimento a un lungo lasso di tempo e alla vita terrena, resta un concetto unitario.
In latino saeculum voleva dire diverse cose. Era la generazione, sia col suo significato di stirpe, sia col suo lasso di tempo che si approssima ai trent’anni. Era in genere anche l’epoca, l’età. E questi sono significati che si intravedono anche in lontani omologhi del ceppo indoeuropeo, come quello bretone (hoal) e gallese (hoedl), sempre col significato di età, di durata della vita. Anche in riferimento alla scansione temporale etrusca il secolo era un periodo tutt’altro che determinato, anzi stabilito variabilmente nientemeno che dagli dei (secondo la rivelazione di Tagete, prodigioso bambino saggio uscito da un solco del terreno presso Tarquinia, erano dieci i secoli di vita concessi alla civiltà etrusca). Il significato preciso di ‘100 anni’ si trova già nell’antichità classica, ma è solo uno fra i tanti, che fra i tanti ha solo avuto più successo — forse proprio in virtù della sua esattezza.
Le sorti del secolo ricevono un’impressione inattesa quando nel latino ecclesiastico viene usato per tradurre il greco aión, che a sua volta ricalca il dôr ebraico: termini di tempo, di durata, che considerano il permanere e il susseguirsi e che vengono usati per descrivere il ‘di qua’, il mondo, contrapposto al religioso e allo spirituale di astratta eternità: insomma, il nuovo significato di ‘vita mondana’ è un calco semantico maturato e replicato con le traduzioni bibliche.
Per questo si usa il ‘secolare’ per indicare ciò che avviene una volta ogni cento anni (come una ricorrenza), ciò che vive o dura cento anni o molte centinaia di anni (rivalità, alberi, tradizioni) anche apprezzandola come qualità di durevolezza indefinita, e insieme lo impieghiamo per descrivere chi non appartiene a ordini religiosi, e ciò che consideriamo proprio dell’impermanenza civile, il terreno, il mondano — sempre in una contrapposizione, esplicita o no, con una dimensione spirituale. Così si notano le ambizioni secolari dell’amico, scherzando schermiamo le nostre incertezze su un argomento elevato dicendo di aver ricevuto un’istruzione secolare, o parliamo della vita secolare e privata della grande artista.
Un aggettivo importante, che tocca corde di concetto molto profonde: ci fa conoscere la sintesi fra l’età, la generazione e il mondo. Tesi non isolate, che si appoggiano a esiti in ittita, in luvio e in sanscrito, riconducono l’origine remota del secolo a un ‘legare’, il che è particolarmente suggestivo, se pensiamo a come l’età, la generazione, il mondo si concatena e ci lega nel tempo — opposto allo sciolto e libero dell’assoluto.