Campanilismo

cam-pa-ni-lì-smo

Significato Attaccamento esagerato al proprio paese

Etimologia da campanile, nell’architettura di una chiesa, torre che regge e contiene la campana; dal latino: (vasa) campana vasi di bronzo della Campania.

Il suono della campana è sempre stato fondamentale, nella vita di paese e di città - voce che scandisce e armonizza lo scorrere della giornata. Ed anche per questo, visivamente, è il campanile ad essere il punto di riferimento del centro abitato. Forse ci verrà in mente “L’Angelus” di Millet, la campagna, i contadini che al richiamo della campana interrompono il lavoro e si raccolgono in preghiera.

L’affezione devota per la campana, il campanile e per tutto ciò che è a loro collegato, fuor di poesia viene interpretata come un rozzo provincialismo, un esasperato attaccamento al proprio pezzo di terra e alle sue tradizioni, o magari alla propria identità cittadina o rionale, che si declina tipicamente con uno schietto senso di superiorità: il proprio pezzo di terra è il pezzo di terra migliore di tutti (specie di quelli vicini). Certo, non pare un atteggiamento dei più maturi, ma è uno dei colori dell’amore per casa.

Dopotutto, le realtà più internazionali, le città più centrali, illustri e globalizzate, i cui abitanti sono più adusi al confronto culturale con lo straniero, sono immuni dal campanilismo? Andate a Venezia, a Roma, a Napoli, venite a Firenze: il centro non esiste davvero, esistono solo campanili.

Parola pubblicata il 21 Novembre 2012