Canone
cà-no-ne
Significato Regola; modello; somma di denaro da versare periodicamente; composizione musicale in cui più voci si imitano
Etimologia dal greco: kanon bastone, da kanna canna, indicando il regolo usato dagli artigiani nel loro lavoro.
Parola pubblicata il 25 Gennaio 2013
Si tratta di una parola magnifica. Dall’umiltà del fine lavoro artigiano e dalla sua regola composta di attente misure, scaturisce attraverso i secoli una parola che arriva a toccare le più auliche sfere della lingua, dalla religione, all’arte, al diritto.
Se infatti il canone invale ad indicare fin dalla prima epoca cristiana la norma religiosa, presto si allarga a significare anche il regolare (!) tributo in denaro o in natura dovuto ai vari regnanti - da cui gli odierni canoni d’affitto, televisivi e via dicendo. Fra regole e modelli il passo è breve, tanto quanto fra artigianato ed arte, e così il canone diventa anche l’insieme di proporzioni, caratteri e stili artistici propri di una certa scuola, corrente od epoca. E se il significato può essere generalizzato a tutto ciò che ha un’anima di regole - canoni grammaticali, morali, estetici - può anche diventare particolarissimo, indicando un preciso tipo di componimento musicale nato nel XV secolo fatto tutto di contrappunti e voci che si imitano (celebre il Canone di Pachelbel), componimento che indoviniamo necessiti di misurazioni di precisione e complessità matematica.
Insomma, è una parola che nella sua storia si mostra proteiforme come i più complessi fuochi d’artificio, ma mantenendo sempre alla base quell’immagine ancestrale, archetipica, del paziente artigiano che nel silenzio della concentrazione osserva e misura i pezzi sciolti che nel suo lavoro assemblerà e modellerà in un’armonia.