Rubrica

ru-brì-ca

Significato Quaderno ordinato con le lettere dell’alfabeto; titolo di una legge; sezione di un giornale o di una trasmissione; nei codici manoscritti, parte scritta in rosso per evidenza; nei libri liturgici cristiani, indicazione rituale scritta in rosso, distinta dalla preghiera

Etimologia dal latino: ruber rosso.

Lunga e varia la storia che ha portato la rubrica ad avere tutti i suoi significati, e di intendimento non immediato.

Nell’antichità, a Roma, il titolo delle leggi civili veniva scritto con l’argilla rossa - ed è direttamente da quest’usanza remota che ancora oggi chiamiamo ‘rubrica’ il titolo delle legge, anche quello giusto accanto al numero dell’articolo.

In qualche museo, poi, ci sarà di certo capitato di ammirare la meraviglia di un qualche codice miniato, custodito dentro una teca di vetro. Il minio, minerale rosso da cui la miniatura prende il suo nome, era usato per colorare variamente le parti più importanti del testo, quali il titolo, la prima lettera. E da questa prima lettera ci arriva il nome ‘rubrica’ per i quadernetti ordinati per nome che raccolgono indirizzi e numeri di telefono: la scalettatura delle pagine mette quella lettera a portata di mano - e spesso è ancora scritta in rosso.

La sezione distinta di un giornale, di un blog, di un programma alla radio o alla televisione, invece, probabilmente trae il suo nome dalla rubrica dei libri liturgici cristiani, che prevedono una parte in rosso per le indicazioni pratiche del rito, separate dal testo della preghiera relativa.

Insomma, intrecci storici che partendo da un semplice colore della terra attraversano i secoli penetrando a fondo nella nostra quotidianità - e che stupiscono sempre.

Parola pubblicata il 18 Agosto 2012