Turista

tu-rì-sta

Significato Chi viaggia per svago, per cultura

Etimologia dal francese: tour giro, viaggio.

C’è stato un tempo in cui il turismo era il viaggiare per formarsi: qualcuno forse ricorderà i Grand Tour, i lunghi viaggi che la crema della gioventù europea conduceva in Francia, in Grecia, in Italia, al fine di erudirsi, di studiare arte, storia, politica, le radici fondanti d’Europa, spostandosi in carrozza fra chiese, biblioteche, pinacoteche, permettendosi un’immersione totale in una bellezza che incivilisce, che rende Uomini.

Ci restano i diari di questi viaggi, i disegni, i ritratti che i viaggiatori si facevano fare dai celebri pittori che incontravano nelle nostre città - e forse è in questi racconti che possiamo trovare noi stessi, i nostri luoghi (la nostra unità?), narrati dagli occhi stupiti e colti di giovani in cammino. Ma questa è un’altra storia.

Ciò che colpisce è l’attualità del turismo, fatto di ciabatte, di flash, uno spostarsi sulla faccia della terra totalmente disorientato, raccolto in greggi da tosare, con teletrasporti aerei nei luoghi “più importanti”, o su treni-trecento all’ora senza fermate, raccogliendo con smania prove che si è stati lì.

Io vivo a Firenze: alle volte mi stupisco, fra le torme di stranieri che transitano per le vie già affollate, caotiche, nel vedere dei veri turisti - ragazzi e ragazze dai tratti esotici, dalle pelli candidissime o brunite, vestiti magari poveramente, che rannicchiati su una seduta di pietra, o per terra, o appoggiati ad una ringhiera, con un album di fogli in mano tracciano studiosamente col carbone i segni di forme architettoniche, o dei muscoli tesi nel bronzo delle statue - vedute, insomma, che per me sono usate, sono sempre lì, e della cui bellezza mai mi ero accorto, scorgendola solo, infine, nei tratti che una persona venuta lì, una volta nella vita, da diecimila chilometri lontano, aveva intuitivamente subito scritto.

La differenza fra chi si sposta soltanto e il turista, allora, c’è: il turista viaggia per essere una persona migliore - e forse, dall’altro lato, il turismo è farsi venire a spiegare dai forestieri perché è bello, il posto in cui si sta.

Parola pubblicata il 22 Maggio 2012