Coprolalia

co-pro-la-lì-a

Significato In psichiatria, impulso anormale a parlare oscenamente; in generale, tendenza al turpiloquio

Etimologia composto dal greco: kopros sterco e lailia chiacchiera.

Al di là dell’uso tecnico che se ne fa in psichiatria, questa parola si presta molto bene ad indicare con un registro elevato e con un tono distaccato la tendenza al turpiloquio.

I riferimenti osceni sono una parte fondamentale della lingua, da sempre vivissima; questo dato però non implica la volgarità né l’eccesso. La coprolalia è una tendenza che è limite alla comunicazione, un parlare osceno che diventa l’unico o il principale orizzonte espressivo, che mina il “principio di cooperazione” di Grice: dai il tuo contributo così come ti è richiesto, nel momento giusto, secondo i fini e la direzione del discorso in cui sei impegnato. Perché se è indubbio che nel momento giusto una parolaccia o un riferimento sconcio possa inserirsi armonicamente in un discorso e farne esplodere l’espressività, è anche indubbio che si tratti di un’azione delicata da calibrare.

La coprolalia, fuori dall’orizzonte clinico, denuncia un livello di pensiero che non si riesce ad emancipare (o che non si vuole emancipare) dalla superficialità di circuiti comunicativi facili, coloriti ma privi di senso e di grazia.

Parola pubblicata il 20 Aprile 2013