Fiera

fiè-ra

Significato Mostra-mercato; animale feroce

Etimologia nel primo significato dal latino: feria giorno di festa; nel secondo dal latino: fera, femminile di ferus feroce.

Nella medesima parola sono confluiti due significati eterogenei, che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro - ma che per vie traverse sembrano appartenere ad altri tempi.

I giorni di festa, in una società più locale e unita di quella in cui viviamo oggi, sono sempre stati l’occasione, oltre che per celebrazioni e festeggiamenti, anche per organizzare grandi mercati. Col connotato che le fiere hanno ancora oggi, si trattava di mercati simili a mostre, che magari durassero anche diversi giorni, in cui concludere affari vantaggiosi e accordi economici per l’anno venturo. Così la ‘feria’ ha passato il suo nome a quel particolare mercato. Con l’andar del tempo questo fenomeno ha preso caratteri dei più vari: possono esistere fiere monotematiche (della cioccolata, dell’artigianato), fiere d’esposizione (le Expo), fiere patronali di paese. Probabilmente in questo periodo storico, in cui i divertimenti non mancano, ci riesce un po’ difficile immaginare quale evento una fiera potesse essere in passato, che cosa potesse rappresentare per le persone - e solo vecchie fiabe, di quelle che iniziano col figlio che va alla fiera a vendere l’asino, ce lo possono raccontare.

Circa il secondo significato, la fiera è l’animale feroce, un predatore selvatico e massiccio (non basta un rattone infuriato per fare una fiera), il più atavico terrore dell’uomo: grandi felini, lupi, orsi. Animali dal profilo fiero (stessa origine), che oggi non esistono quasi più, che nella prigione dello zoo o nell’esilio dei parchi naturali non fanno più paura, e che dobbiamo proteggere da noi stessi. Anche in questo caso, per intendere che cosa una fiera potesse essere, è alle fiabe che possiamo guardare, ritrovando, nel buio delle notti di mille anni fa, chi sia il lupo cattivo.

Parola pubblicata il 13 Novembre 2012