Inetto

i-nèt-to

Significato Incapace, privo di attitudine

Etimologia dal latino: ineptus, composto da in non e aptus atto, adatto.

È una parola decisa, molto dura - soprattutto perché usata spesso in senso assoluto. Cioè, se dico di essere inetto a fare il meccanico perché ho una scarsa manualità, constato il mio non essere adatto relativamente al fare quel mestiere (avrò certo altre doti); ma se, infastidito da un errore o da un’incertezza, dico a qualcuno “Sei un inetto!” allora esprimo questo concetto in modo assoluto. L’inetto diventa una scure che cala su chi è oggetto del mio giudizio, sentenzia un’incapacità alla vita, generale e profonda.

Si tratta di una parola elegante, nel suo pulito definire il non-adatto: ma esprimersi per assoluti non è mai elegante, anzi, è grossolano. Quindi nell’uso comune di questa parola è importante stare attenti a relativizzare l’inettitudine, perché non resti una mala parola gratuita. Il discorso è ovviamente diverso se stiamo parlando della figura dell’inetto in Svevo o in Musil, o se ci si vuole ricondurre a quella figura: in quel caso si parla proprio di una generale attitudine verso la vita. Ma anche il più dotto non intende sempre un simile riferimento, quindi attenzione.

Parola pubblicata il 28 Marzo 2013