Orbo

òr-bo

Significato Cieco; privo

Etimologia dal latino: orbus privo. Stessa radice di “orfano”, privo dei genitori.

Nel parlare comune è una parola pesante come una scure - eppure può essere bella, delicata.

Sa essere sprezzante e accusatoria: che, sei orbo?, bisogna essere orbi per fare certi investimenti, solo un orbo come me può non intendere che cosa ha mancato di fare in questi anni.

Sa essere commossa, e leggera come una farfalla: siamo rimasti orbi di un maestro, sono stato orbato della mia preziosa penna, rubata, siamo stati orbi a non dargli fiducia.

Si tratta di una parola veramente da studiare - tanto è vecchia la sua storia e tanto viva nella lingua.

Pensiamo all’òrbita. Nel viso, ciò che resta dopo la perdita di un occhio - e per estensione il cavo in cui pure l’occhio c’è. E l’orbo, che di per sé sarebbe genericamente “privo”, così strettamente riferito alla perdita della vista ci si rivela come paradigma della perdita suprema, quasi per antonomasia - come se dicendo “ha perso” si intendesse invariabilmente che ha perso la vista - perdita seconda solo alla morte.

Un po’ esagerate, nevvero? Ma per fortuna l’uso vivo è meno scuro.

Parola pubblicata il 06 Febbraio 2012