Ozio

ò-zio

Significato Il non far niente; riposo

Etimologia dal latino: otium ozio, di ulteriore etimologia incerta - ma forse da autium derivato da aveo sto bene.

L’accezione odierna è decisamente negativa - e non a torto. Infatti l’ozio come spazio di pigrizia immobile è un mostro generato dalla nostra vita di occidentali, in cui anno per anno si alternano vincolatamente (e leopardianamente) momenti di doloroso lavoro o studio e momenti di accidia totale e noiosa - con qualche sprazzo fugace di divertimento evasivo.

Ma a Roma l’ozio era qualcosa di diverso dallo stare a cuocere su un lettino in una spiaggia affollata e rovente compilando indolenti cruciverba. L’[otium], contrapposto al [negotium], era il tempo che il signore dedicava in campagna ai propri studi, composizioni e speculazioni intellettuali, contrapposto al tempo in cui era necessario che gestisse in città i propri affari ed esercitasse la propria professione.

Dopotutto per ricaricare una batteria che naturalmente si esaurisce non la si lascia a riposo inerte: si attacca ad una presa di corrente. Così anche l’ozio, quotidiano o stagionale che sia, è coltivazione, attività - o almeno dovrebbe esserlo. E la radice, seppur forse erronea, ci suggerisce un taglio di connotato splendido: l’ozio è quello che ci permette di stare bene.

Parola pubblicata il 08 Marzo 2011