Transumanza

tran-su-màn-za

Significato Spostamento stagionale di mandrie e greggi da zone di montagna a zone di pianura

Etimologia dal francese: transhumance, composto dal latino: trans- oltre e humus terra.

La transumanza è una pratica antica della pastorizia - anzi, alle volte è un fenomeno spontaneo dei branchi bradi di erbivori. Consiste nello spostamento del gregge o della mandria nei pascoli a valle durante la stagione fredda, e in quelli di montagna durante quella estiva: si tratta della naturale ricerca di cibo che porta il gruppo a viaggiare inseguendone la migliore abbondanza - che nella monticazione e nella demonticazione (cioè la salita e la discesa dal monte) ricorda un moto di marea, o un respiro.

Porta alla mente immagini di rifugi persi fra i monti che vengono aperti solo per una stagione all’anno, durante il cosiddetto alpeggio, in cui si svolge l’industriosa opera del pastore che prepara il formaggio nuovo, e di lunghe teorie di animali in branco che vengono guidati per lunghe distanze sopra i corpi massicci delle Alpi e degli Appennini, attraverso i tratturi, le larghe vie che nascono calpestate dalla moltitudine dei loro passi.

Fuor di pastorizia, la transumanza viene usata per indicare in senso figurato lo spostamento di un grande gruppo al modo di pecore e mucche: si può parlare della transumanza dei vacanzieri che si spostano al mare, della transumanza del gruppo di turisti che viene menato in qua e là, della transumanza degli studenti da una lezione all’altra. L’accostamento con gli armenti non vuole essere lusinghiero: il connotato che si dà allo spostamento è quello dell’assenza di cognizione di causa, del gran gruppo che si muove seguendo il primo che magari non sa dove sta andando né perché, o che viene guidato in luoghi diversi senza uno sforzo della propria volontà, abbandonato alla corrente. Insomma, la transumanza resta un fenomeno proprio dei branchi di pecoroni.

Parola pubblicata il 08 Maggio 2013