È una parola stranamente generale: è iridescente e sfocata, non ha sfumature precise, connotati dettagliati. È una parola, mi pare, da bambini, quando usano un’espressione sola per indicare un mondo che sì, potrebbe essere meglio descritto - ma non con la stessa immediatezza. È uno stato archetipico dell’animo, da cui poi scaturiscono tutte le tonalità e i sapori più definiti di quell’essere triste. Forse il triste è un genere intero di sentimenti - è come il blu, che può essere ciano, di Prussia, oltremare.
È una parola stranamente generale: è iridescente e sfocata, non ha sfumature precise, connotati dettagliati. È una parola, mi pare, da bambini, quando usano un’espressione sola per indicare un mondo che sì, potrebbe essere meglio descritto - ma non con la stessa immediatezza. È uno stato archetipico dell’animo, da cui poi scaturiscono tutte le tonalità e i sapori più definiti di quell’essere triste. Forse il triste è un genere intero di sentimenti - è come il blu, che può essere ciano, di Prussia, oltremare.