Anargiro

a-nàr-gi-ro

Significato Senza denaro, che rifiuta denaro e ricchezza

Etimologia voce dotta recuperata dal greco anárgyros ‘senza denaro’, letteralmente ‘senza argento’, da árgyros ‘argento’ con prefisso negativo an-.

  • «No, è anargira, non si è voluta far pagare in nessun modo.»

Questa è forte. Insiste su un carattere notevole, che spesso riconosciamo o sottolineiamo con altri termini spiccioli che abbiamo in tasca. Però lo fa in una maniera che da un lato è elevata come è tipico dei grecismi, specie dei grecismi che devono la loro celebrità a usi ecclesiastici, dall’altro ha una concretezza spiazzante, quasi selvatica. Un equilibrio molto interessante, per un tratto che è spesso si associa a uno slancio ideale. L’anàrgiro alla lettera ci parla della qualità del ‘senza argento’.

Cosma e Damiano sono passati alla storia come santi medici. Secondo la tradizione furono martirizzati sotto Diocleziano, all’inizio del IV secolo — e in quanto santi, quanto denaro avranno fatto pagare per le loro prestazioni di guaritori? Furono perciò soprannominati anárgyroi: anárgyros significa ‘senza argento’ — argýrion è argento ma più specificamente ‘argento coniato’, e quindi ‘moneta’. Per usare le parole più semplici che possiamo, Cosma e Damiano curavano gratis.

L’anàrgiro è quindi la qualità di chi è senza denaro (bella qualità...), ma è uno stato che va letto anche come rifiuto del denaro e della ricchezza. Il modello dei santi è un modello ingombrante, e senz’altro questo tratto si può intendere in altre declinazioni.

Magari l’amico studioso e frugale ci dice che ci raggiungerà fuori dopo la cena perché è anargiro, e noi gli diremo che avevamo giusto intenzione di averlo come ospite nostro e non si preoccupi. Ma soprattutto possiamo parlare dell’impegno anargiro di una persona nella politica locale — anzi, finisce per metterci del suo; posso parlare di una partecipazione anargira di nomi famosi al festival piccolo ma d’impatto; posso raccontare dei mesi anargiri che abbiamo passato come medici a fare volontariato all’estero; posso parlare di come il nonno fosse anargiro — per morale e quieto vivere non contemplò guadagni anche dove erano facili.

Capiamo bene quale sia il pregio di questo termine: il disinteressato non si leva di dosso un odore di noncuranza e adombra la vaghezza di un interesse; il gratuito evoca sempre, anche in maniera impertinente, una realtà contraria a pagamento; il gratis fa tante belle cose ma forse non vogliamo usarlo proprio sempre, per parlare di ciò che l’offerta promette dallo scaffale del supermercato e dell’impegno ideale più elevato; il generoso richiama l’altezza morale di una concessione, e ha tutto il volume di una virtù. L’anargiro parla di soldi, soldi soldi, nient’altro che soldi — in una dimensione concreta e morale è senza argento, senza denaro. Ma ne parla in maniera coperta, distinta, perfino con un filo di ironia.

Naturalmente si deve tener conto dell’impennata di registro che dà al discorso, non sempre è opportuna. Ma riguardo all’accessibilità del suo significato, ostacolata dalla decisa e dotta matrice greca, il problema non si porrà più quando ogni persona avrà accesso a un dispositivo da tenere in tasca tramite cui consultare un dizionario comodamente in ogni momento.

Parola pubblicata il 23 Aprile 2024