Abramitico

a-bra-mì-ti-co

Significato Che riguarda il patriarca biblico Abramo, che è proprio delle fedi monoteiste che riconoscono Abramo come patriarca

Etimologia dal nome del patriarca Abramo, che nella Tanakh, la bibbia ebraica, ricorre nelle due forme Abram e Abraham. In entrambe ab significa ‘padre’, nella prima ram sta per ‘alto, innalzato’, nella seconda raham comunica il senso di ‘moltitudine, di molti’.

Le tre fedi monoteiste sono anche dette religioni abramitiche perché riconoscono come patriarca la figura di Abramo (Ibrahim in arabo). Quindi posso dire che stasera vado a mangiare una pizza con Rachele e Nur: è kasher e halal, quindi rispettiamo tutte le regole delle religioni abramitiche e facciamo contente tutte, ma anche che ci sono state delle discussioni interessanti alla conferenza in merito ad alcuni punti in comune tra le fedi abramitiche.

Nato dalla stirpe di Noè attraverso Sem, Abramo compare nella Genesi, in cui si dice che veniva da Ur, nell’attuale Iraq, e che prese in sposa la sorellastra Sara. Ella, sterile, non poté generare figli. Dio parlò ad Abramo e gli promise una stirpe numerosa e una terra nella quale prosperare. Abramo allora partì. Il resto è ‘storia’.

La tradizione vuole che il popolo ebraico discenda da Abramo attraverso il figlio legittimo, avuto dalla moglie Sara, ovvero Isacco, mentre il popolo arabo proverrebbe dalla stirpe nata dal figlio illegittimo avuto con la schiava Agar. Chi era costui? Chiamatelo Ismaele.

La cosa più interessante del nome di Abramo è che compare in due forme, nel testo biblico. La prima è Abram, la seconda è Abraham. Nella Bibbia di Gerusalemme queste due versioni del nome vengono rese con Abram e Abramo (così come, d’altra parte, sua moglie è presentata come Sarai e successivamente come Sara). È in Genesi 17,4 che avviene questo cambio di nome, quando Dio e Abramo stringono un patto d’alleanza suggellato dal simbolo della circoncisione:

Subito Abram si prostrò col viso a terra e Dio parlò con lui:
«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:
diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
Non ti chiamerai più Abram,
ma ti chiamerai Abramo,
perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.»

Nella forma italiana è un discorso di cui alla prima occhiata non si coglie il senso, ma se si va a guardare il nome in ebraico si capiscono molte cose: ab significa padre, mentre le due desinenze hanno direzioni differenti.

La prima, ram, si collega al concetto di altezza, di innalzamento: ne risulta quindi un primo nome dal significato di ‘padre glorificato, innalzato, esaltato’. La seconda desinenza, raham, è legata ad una radice semitica che ritroviamo anche in altre lingue come l’arabo, e comunica il significato di moltitudine. Il risultato è ‘padre di molti, padre di moltitudini’. Il che spiega come mai Dio decide di chiamarlo così, perché una delle promesse che fa all’uomo di Ur è una stirpe numerosa, malgrado la sterilità della moglie Sara.

Se andiamo a fare i conti di quanta gente di schiatta abramitica c’è al mondo, non si può dire che Dio non sia stato di parola!

Parola pubblicata il 29 Aprile 2022

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.