SignificatoImpallidire per stupore o paura, sbigottirsi; sconcertare, stupire
Etimologia dall’ipotetica forma del latino parlato allivère, derivato di livere ‘essere livido’.
La storia di questa parola presenta subito una curiosità: arriva in italiano per via popolare, attraverso il latino parlato, eppure emerge per iscritto soltanto a Cinquecento inoltrato. Solitamente possono essere tardi i recuperi dotti (in qualunque momento può venire in mente di riprendere una parola dal latino e portarla nella nostra lingua), ma che un termine giunto per via popolare abbia un periodo di latenza che sfonda il Rinascimento è piuttosto inconsueto.
Ad ogni modo, questo verbo è dei più evocativi: presenta un emozionarsi o un emozionare attraverso la reazione fisica che si dipinge in viso, letteralmente descritta come un ‘diventare lividi’. Però questo significato fa perno su un piccolo trucco di genericità, cioè proprio il ‘livido’. Tutti sappiamo che dopo la botta sul braccio resta il livido, e sappiamo che i colori del livido vanno dal violaceo, al bluastro, fino a un delicato verdolino che può anche virare al giallastro e al marroncino. Rosso a parte, lo spettro del sangue è un po’ smorto, ma è praticamente un arcobaleno intero. Così il livido non ci si presenta come il riferimento cromatico più netto; al massimo può venirci in soccorso con l’immagine del volto livido del cadavere — e che bel soccorso.
Davanti a una definizione così scontornata si deve capire che cosa abbiamo in mano. E se c’è un tratto che tutto ciò che è livido condivide, questo è il colore sbiadito. Quando allibisco per l’improvvisa realizzazione di un pericolo, per una sorpresa che mi sgomenta, il colore del mio volto cambia, ma non impallidisce semplicemente: il viso del cadavere non è solo pallido, non impallidisce lo stinco colpito. Certamente non sarà una reazione erubescente che incendia il volto; il colore si spengerà, ma regalandoci secondo l’affezione del momento e l’incarnato una sfumatura poco satura di verde, di viola, di ciano. Uno sbigottirsi e uno sbigottire di primo impatto: la scoperta della truffa allibisce gli investitori, allibisco davanti alla tua risposta sprezzante, allibisco in segretoricordando una figuraccia fatta anni fa.
Una parola potente, che continua a raccontarci come la via più breve alla profondità di una persona sia la sua faccia.
La storia di questa parola presenta subito una curiosità: arriva in italiano per via popolare, attraverso il latino parlato, eppure emerge per iscritto soltanto a Cinquecento inoltrato. Solitamente possono essere tardi i recuperi dotti (in qualunque momento può venire in mente di riprendere una parola dal latino e portarla nella nostra lingua), ma che un termine giunto per via popolare abbia un periodo di latenza che sfonda il Rinascimento è piuttosto inconsueto.
Ad ogni modo, questo verbo è dei più evocativi: presenta un emozionarsi o un emozionare attraverso la reazione fisica che si dipinge in viso, letteralmente descritta come un ‘diventare lividi’. Però questo significato fa perno su un piccolo trucco di genericità, cioè proprio il ‘livido’. Tutti sappiamo che dopo la botta sul braccio resta il livido, e sappiamo che i colori del livido vanno dal violaceo, al bluastro, fino a un delicato verdolino che può anche virare al giallastro e al marroncino. Rosso a parte, lo spettro del sangue è un po’ smorto, ma è praticamente un arcobaleno intero. Così il livido non ci si presenta come il riferimento cromatico più netto; al massimo può venirci in soccorso con l’immagine del volto livido del cadavere — e che bel soccorso.
Davanti a una definizione così scontornata si deve capire che cosa abbiamo in mano. E se c’è un tratto che tutto ciò che è livido condivide, questo è il colore sbiadito. Quando allibisco per l’improvvisa realizzazione di un pericolo, per una sorpresa che mi sgomenta, il colore del mio volto cambia, ma non impallidisce semplicemente: il viso del cadavere non è solo pallido, non impallidisce lo stinco colpito. Certamente non sarà una reazione erubescente che incendia il volto; il colore si spengerà, ma regalandoci secondo l’affezione del momento e l’incarnato una sfumatura poco satura di verde, di viola, di ciano. Uno sbigottirsi e uno sbigottire di primo impatto: la scoperta della truffa allibisce gli investitori, allibisco davanti alla tua risposta sprezzante, allibisco in segreto ricordando una figuraccia fatta anni fa.
Una parola potente, che continua a raccontarci come la via più breve alla profondità di una persona sia la sua faccia.