Armonizzare

ar-mo-niz-zà-re (io ar-mo-nìz-zo)

Significato Comporre un tessuto polivoco musicale che accompagna una linea melodica o un basso; in senso figurato: accostare elementi diversi in un insieme coerente

Etimologia derivato da ‘armonia’, voce dotta recuperata dal latino harmònia, preso in prestito dal greco harmonía, derivato di harmózō ‘congiungere’, a sua volta da hormós ‘giuntura’.

Tutti sanno cosa s’intenda comunemente con ‘armonizzare’. Eppure quasi tutti conoscono e usano esclusivamente il significato figurato di mettere in accordo, in armonia, per cui armonizziamo gli arredi di una stanza, le regole di un gioco, e due spiriti affini armonizzano. Il significato musicale è relegato in ultimo piano, pensando sotto sotto: tanto, chi lo userà mai? Ma l’armonia è uno dei pilastri fondamentali della musica e dell’Universo, e accompagna ogni giorno della nostra vita.

Anche se di solito ‘armonizzare’ in musica si riferisce alla struttura degli accordi costruita sotto una melodia, in un’altra accezione s’intende la realizzazione armonica sopra una linea di basso, come nello storico basso continuo del periodo barocco, dove un basso senza pause, detto perciò continuo, serviva da canovaccio per l’accompagnamento, realizzato con uno strumento polifonico. Ancora oggi l’armonizzazione del basso è una delle discipline fondamentali per lo studio dell’armonia e della composizione nei conservatòri italiani.

Gli accordi risultanti dall’armonizzazione, detti triadi (femminile plurale), sono formati indicativamente da tre note, o anche più (quadriadi, pentiadi, etc.).

Da quando la musica medievale si configurò a più voci, di solito accostando o giustapponendo in contrappunto una o più linee melodiche a un canto preesistente, l’armonia acquistò progressivamente dignità propria, diventando un mezzo espressivo in grado d’intervenire sul carattere di una composizione. L’armonia delle composizioni polifoniche contrappuntistiche del XVI secolo, come i mottetti o i madrigali, era il risultato degli intrecci delle singole voci. Ben presto, però, fu il sostrato armonico a divenire esso stesso oggetto di ricerca da parte del compositore.

Per chiarezza: la melodia è orizzontale, diacronica; l’armonia è verticale, sincronica.

Normalmente, una melodia è formata da una successione di singole note, appunto diacronicamente, in sequenza temporale. Ma se una chitarra suona un accordo, poniamo un Mi maggiore, l’armonia vive anche nel solo istante in cui nasce, sincronicamente, dal suono simultaneo di note diverse.

L’armonia è una risorsa compositiva molto potente, in grado di intervenire sul carattere della melodia. Nei seguenti esempi si possono notare esiti musicali differenti, prodotti non dal diverso assetto ritmico dell’accompagnamento pianistico, bensì proprio dalle scelte armoniche operate.

Prendiamo una semplice melodia, come la successione scalare discendente Sol-Fa-Mi-Re-Do, con un allungamento dell’ultima nota.

Ecco ora quattro armonizzazioni originali, da riascoltare più volte se si vuole allenare l’orecchio. La prima è in stile classico:

La seconda e la terza sono ispirate all’epoca romantica:

L’ultima strizza l’occhio alle suggestioni jazzistiche:

Sveliamo il trucco: le differenti armonizzazioni sono ottenute considerando le note della melodia ora in una tonalità, ora in un’altra. Tutto qua.

Con una certa disinvoltura si potrebbe dire che la canzone intonata dagli amici riuniti attorno al falò sulla spiaggia viene armonizzata con gli accordi trovati lì per lì sulla chitarra.

Così l’uso figurato, fuori di musica, resta un mettere insieme in accordo, creando una proporzione conveniente e organica, un insieme coerente: possiamo armonizzare le nostre richieste, armonizzare i nostri sforzi comuni, armonizzare i colori di una parete, evocando una composizione armonica di diverse voci.

Parola pubblicata il 10 Maggio 2020

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale