Etimologia da bighellone, a sua volta variante di bigolone, derivato di bigolo, nome di un tipo di pasta veneta, della foggia di un grosso spaghetto, assimilato al membro maschile.
La volgarità che etimologicamente sta all’origine di un termine che non percepiamo come volgare (o anzi perfino piuttosto ricercato) è sempre fonte di grande meraviglia.
Per capire il bighellonare è necessario intendere chi sia il bighellone: sui dizionari troviamo scritto che è l’ozioso perdigiorno, ma questo significato scaturisce da una metafora (per i più) inaspettata. Bighellone è la variante comune nella lingua nazionale del veneto ‘bigolone’, che propriamente sarebbe l’accrescitivo del ‘bigolo’, una specie di grosso spaghetto della cucina veneta.
Il bigolo è diventato metafora popolare per il pene - quindi i significati di ‘bigolone’ e ‘bighellone’ sono degli esiti affini a quelli di ‘cazzone’. Solo che gli effetti eufemistici di una metafora non evidente ce lo rendono pulito e accettabile anche in ambiti più compassati e formali. Nell’uso risulta quasi forbito. Così l’insegnante riprende gli studenti che invece di studiare bighellonano, si chiede al marito di aiutarci a rigovernare invece di stare a bighellonare sul divano, e alle porte della sessione d’esame ci si pente del lungo e compiaciuto bighellonare.
Resta il convitato di pietra della domanda: ma che c’entra un accrescitivo di un termine che indica il pene con l’essere fannulloni (nel caso di ‘bighellone’) o torpidi, sciocchi e beceri (nel caso di ‘cazzone’)? Ebbene, il membro maschile - con le irrazionalità e le lubriche lusinghe a cui è associato - è sovente elevato a simbolo di una condotta di vita non molto edificante. Insomma, il bighellonare, per quanto sereno e spensierato, non è proprio un oziare intellettuale.
La volgarità che etimologicamente sta all’origine di un termine che non percepiamo come volgare (o anzi perfino piuttosto ricercato) è sempre fonte di grande meraviglia.
Per capire il bighellonare è necessario intendere chi sia il bighellone: sui dizionari troviamo scritto che è l’ozioso perdigiorno, ma questo significato scaturisce da una metafora (per i più) inaspettata. Bighellone è la variante comune nella lingua nazionale del veneto ‘bigolone’, che propriamente sarebbe l’accrescitivo del ‘bigolo’, una specie di grosso spaghetto della cucina veneta.
Il bigolo è diventato metafora popolare per il pene - quindi i significati di ‘bigolone’ e ‘bighellone’ sono degli esiti affini a quelli di ‘cazzone’. Solo che gli effetti eufemistici di una metafora non evidente ce lo rendono pulito e accettabile anche in ambiti più compassati e formali. Nell’uso risulta quasi forbito. Così l’insegnante riprende gli studenti che invece di studiare bighellonano, si chiede al marito di aiutarci a rigovernare invece di stare a bighellonare sul divano, e alle porte della sessione d’esame ci si pente del lungo e compiaciuto bighellonare.
Resta il convitato di pietra della domanda: ma che c’entra un accrescitivo di un termine che indica il pene con l’essere fannulloni (nel caso di ‘bighellone’) o torpidi, sciocchi e beceri (nel caso di ‘cazzone’)? Ebbene, il membro maschile - con le irrazionalità e le lubriche lusinghe a cui è associato - è sovente elevato a simbolo di una condotta di vita non molto edificante. Insomma, il bighellonare, per quanto sereno e spensierato, non è proprio un oziare intellettuale.