Blues
blùs
Significato Genere musicale sviluppatosi dal canto degli schiavi afroamericani che lavoravano nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti
Etimologia prestito moderno dall’inglese blues – riduzione di blue devils ‘pensieri neri’ (letteralmente: ‘diavoli blu’) – che deriva dal francese antico bleu, di origine germanica, imparentato con l’inglese antico blǣwen, ‘blu’, e il norreno antico blár, ‘blu scuro’.
Parola pubblicata il 02 Marzo 2025
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
Ci sono luoghi dove il cielo si tinge a lungo dei suoi toni più scuri, venando di malinconia lo spirito di chi, sotto quel cielo, vive. Dalle lingue europee parlate a quelle latitudini, ha avuto origine il nome del colore che in italiano chiamiamo ‘blu’. È blu l’aria serale, dopo il tramonto, è blu il mare profondo, è blu l’inquietudine dell’anima.
Dalle terre del settentrione il blu è fluito ovunque. Mesticato alle essenze e agli olî delle botteghe dei pittori, ha prodotto il blu di lapislazzuli o il blu oltremare; nell’uso quotidiano ha denominato prodotti di successo internazionale, dai blue-jeans al bluetooth.
In musica designa un fenomeno artistico e socioculturale legato a sentimenti di tristezza. Il termine indicava proprio uno stato d’animo cupo, il blue feeling, come scriveva una giovane di colore nel 1862 sul proprio diario: «I came home with the blues» (‘sono tornata a casa con i blu’, ossia con pensieri cupi). Gravido di malinconia, il blues scaturì infatti nel secondo Ottocento dai canti delle comunità rurali afroamericane del sud degli Stati Uniti.
Le sue origini sono affidate all’oralità e ai resoconti scritti. Era intonato da un solista, a volte contrappuntato dalla risposta corale dei compagni nei campi di lavoro, secondo un arcaico procedimento antifonico-responsoriale. Sembra che derivasse dalle ballads e dallo holler, quest’ultimo descritto, sempre nell’Ottocento, come un ‘grido’, un ‘lamento’ improvvisato, lungo, forte e musicale, probabilmente non troppo diverso da quello che registrò un secolo dopo Alan Lomax.
Nel Novecento il blues divenne famoso a livello internazionale e costituì parte integrante del New Orleans jazz, del rhythm-and-blues e del rock. Pur adattandosi a tutti i cambiamenti sociali, ha mantenuto la propria identità e la propria storia, ed è considerato alla base di quasi tutte le forme popolari americane successive.
Benché di matrice africana, il blues si ibridò con la musica occidentale. Il suo schema formale è strutturato in dodici battute che si muovono armonicamente tra gli accordi di tonica, dominante e sottodominante (I, V e IV grado). Ma ha origini improvvisative, che si riflettono sia nella musica sia nei testi; i primi versi vengono infatti ripetuti per avere il tempo di elaborare mentalmente quelli nuovi, successivi (schema AAB).
Caratteristiche del blues sono le blue notes (terminologia introdotta giusto cento anni fa, nel 1925), ossia note intonate approssimativamente mezzo tono sotto rispetto all’altezza che avrebbero nella scala in cui si trovano. Con uno strumento musicale, l’abbassamento si può ottenere anche grazie all’innalzamento dell’intonazione. Ad esempio, si può glissare verso una blue note (bending) tirando le corde della chitarra, solitamente elettrica. Perciò sarebbe possibile salire verso la nota blu (il Si bemolle, invece che il Si naturale) di questa sequenza pentatonica, tirando la corda su cui si sta suonando il La.
Dunque, il blues nacque come canto, a volte accompagnato dal battito di mani, o da strumenti musicali popolari e maneggevoli, in primis la chitarra e l’armonica a bocca. Rappresentanti celebri sono B.B. King e ‘Big Mama’.
Ancora oggi il blues mantiene i suoi caratteri fondamentali: è una forma poetico-musicale laica della popolazione afroamericana degli Stati Uniti, dal tipico andamento lento e distinta da generi come il gospel e lo spiritual, che hanno invece una matrice religiosa e spirituale. A volte, dall’abisso del dolore profondo può sorgere la bellezza più pura.
Lontano dal Mississippi Delta e intriso di malinconia, il blues è tornato sotto il cielo blu del vecchio mondo con la chitarra di Gary Moore, là dove la tormentata anima irlandese aveva trovato il suo sublime interprete in James Joyce.