Etimologia dall’inglese bombastic, da bombast ‘magniloquenza’, derivato da bombace ‘cotone’, prestito dall’antico francese derivato dal latino bombyx ‘baco da seta, seta’.
Ma è davvero una parola? Eccome, e che significati, che smalto, che storia! Per appropriarci della sua capacità rappresentativa, guardiamola meglio.
Si tratta di un prestito ottocentesco dall’inglese bombastic (qualche fonte più datata lo indica dal tedesco bombastisch). Il bombastico, riferito a uno stile linguistico, è gonfio, retorico; riferito a uno stile di vita è esagerato, eccessivo; riferito a una persona è il tronfio, il troppo pieno di sé. Sembra immediato il passo metaforico che porta a questo genere di esagerazione a partire dalla deflagrazione di una bomba — eppure no, il bombastico scaturisce da un’immagine del tutto pacifica.
Bombyx è il nome con cui era conosciuto in latino il baco da seta, e che si estende per metonimia alla seta stessa (be’, in effetti il nome scientifico del baco da seta è proprio Bombix mori — e i bombici sono farfalle). Ma l’evoluzione del termine in Europa non finisce qui: in epoca più tarda si estende a cotoni, biancherie — specie, lungo il percorso che ci interessa qui, nell’antico francese bombace, che passato in inglese indica un cotone grezzo, in particolare usato per le imbottiture.
Le imbottiture! Ecco il trampolino figurato che fa saltare il bombast al significato di magniloquenza vacua e ampollosa, e che informa il bombastic.
Se parliamo di una poesia bombastica, non adombriamo la sua forza esplosiva, ma la sua farcitura vana e goffa; se parlo di una letteratura bombastica, la troverò enfatica e roboante, di un’epica imbarazzante; se parlo delle giornate bombastiche che passo appena arrivato nella grande città, magari sono il colmo del piacere, ma hanno la misura dell’eccesso.
È un termine ingombrante che parla di un ingombro, dal suono evocativo, senza tratti spregiativi troppo patenti e anzi forte di un’intensità vitalistica e sorridente (anche un po’ compiaciuta, perché no). Ricercata ma intuitiva, ha un’immediatezza e un mordente che la rendono davvero versatile.
Se per qualche bizzarro motivo ti stai chiedendo se c’entra qualcosa il Bombastus che compare nel nome completo dell’alchimista Paracelso — Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim — la risposta è: forse, ma non direttamente. L’antica famiglia sveva dei von Hohenheim iniziò ad affiancarvi il nome Bombast per motivi non ben precisati, e forse proprio in riferimento al cotone — ma è tutt’altro che indubbio. Paracelso fu figlio di un figlio illegittimo dei von Hohenheim.
Ma è davvero una parola? Eccome, e che significati, che smalto, che storia! Per appropriarci della sua capacità rappresentativa, guardiamola meglio.
Si tratta di un prestito ottocentesco dall’inglese bombastic (qualche fonte più datata lo indica dal tedesco bombastisch). Il bombastico, riferito a uno stile linguistico, è gonfio, retorico; riferito a uno stile di vita è esagerato, eccessivo; riferito a una persona è il tronfio, il troppo pieno di sé. Sembra immediato il passo metaforico che porta a questo genere di esagerazione a partire dalla deflagrazione di una bomba — eppure no, il bombastico scaturisce da un’immagine del tutto pacifica.
Bombyx è il nome con cui era conosciuto in latino il baco da seta, e che si estende per metonimia alla seta stessa (be’, in effetti il nome scientifico del baco da seta è proprio Bombix mori — e i bombici sono farfalle). Ma l’evoluzione del termine in Europa non finisce qui: in epoca più tarda si estende a cotoni, biancherie — specie, lungo il percorso che ci interessa qui, nell’antico francese bombace, che passato in inglese indica un cotone grezzo, in particolare usato per le imbottiture.
Le imbottiture! Ecco il trampolino figurato che fa saltare il bombast al significato di magniloquenza vacua e ampollosa, e che informa il bombastic.
Se parliamo di una poesia bombastica, non adombriamo la sua forza esplosiva, ma la sua farcitura vana e goffa; se parlo di una letteratura bombastica, la troverò enfatica e roboante, di un’epica imbarazzante; se parlo delle giornate bombastiche che passo appena arrivato nella grande città, magari sono il colmo del piacere, ma hanno la misura dell’eccesso.
È un termine ingombrante che parla di un ingombro, dal suono evocativo, senza tratti spregiativi troppo patenti e anzi forte di un’intensità vitalistica e sorridente (anche un po’ compiaciuta, perché no). Ricercata ma intuitiva, ha un’immediatezza e un mordente che la rendono davvero versatile.
Se per qualche bizzarro motivo ti stai chiedendo se c’entra qualcosa il Bombastus che compare nel nome completo dell’alchimista Paracelso — Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim — la risposta è: forse, ma non direttamente. L’antica famiglia sveva dei von Hohenheim iniziò ad affiancarvi il nome Bombast per motivi non ben precisati, e forse proprio in riferimento al cotone — ma è tutt’altro che indubbio. Paracelso fu figlio di un figlio illegittimo dei von Hohenheim.