Claustrale

clau-stà-le

Significato Del chiostro; monastico; austero, schivo, pacifico; che segue una disciplina rigorosa

Etimologia voce dotta recuperata dal latino claustralis, da claustrum ‘chiostro’, da clàudere ‘chiudere’.

Sono gli spazi più iconici e fascinosi dei monasteri, dei conventi, delle abbazie, i chiostri. Un po’ per la loro radicale, tipica bellezza, un po’ perché paradossalmente, a dispetto del loro stesso nome, sono quelli più accessibili — da passanti laici è facile intravedere un chiostro, meno facile intravedere i penetrali più riposti del monastero, in attività o meno.

È un cortile scoperto intorno a cui si dispongono gli altri ambienti della vita religiosa: al centro, classicamente, un pozzo, una fontana, un grande albero; quindi un giardino essenziale, con siepi basse di bosso, o prato curato, o un lastricato; e a randa a randa, ad affacciarvisi con una serie completa di arcate, un corridoio aperto, confinato da colonnine poggiate su muretti bassi, su cui danno porte portoni e ingressi a tutto il resto. Chiuso, in quanto claustrum è derivato di clàudere, che è proprio ‘chiudere’, può essere piccolo come una corte condominiale o grande come una piazza.

‘Claustrale’ è un aggettivo che significa propriamente ‘del chiostro’. Possiamo parlare dei giardini claustrali, degli affreschi claustrali, dei simbolismi claustrali. Ma è un riferimento troppo ghiotto ed eloquente, per fermarsi qui.

Il chiostro è metafora della vita monastica, perciò il claustrale acquista gli articolati significati figurati di ciò che ricorda o si confà a tale vita — austera, schiva, pacifica. Il risultato è elegantissimo.
Possiamo parlare della compostezza claustrale di un orto chiuso da siepi; posso parlare dell’aura claustrale di un arredamento; delle pratiche claustrali dell’atleta di alto livello; posso parlare dell’ascesi claustrale della persona che un tempo fu molto mondana; dello studio claustrale che ci imponiamo in vista dell’esame.

Il ‘monastico’ stesso è più squadernato, rispetto al claustrale, più scopertamente in paragone con una vita religiosa; il claustrale, con la mediazione della metafora, da un lato evoca la grammatica e gli stili molto riconoscibili di uno spazio, con tutte le implicazioni figurate che ne derivano, e dall’altro si conserva più versatile. Quando passiamo delle vacanze monastiche diamo una serie di suggestioni di costume più rigide rispetto a quelle delle vacanze claustrali. Certo il claustrale comunque sa adombrare rinunce e severità; ma lo fa imperniandosi sul più ameno dei riferimenti.

Parola pubblicata il 20 Giugno 2025