Contristare

con-tri-stà-re (io con-trì-sto)

Significato Rattristare, addolorare

Etimologia voce dotta recuperata dal latino contristare.

A volte le parole ci chiedono di toccare corde un po’ più riposte del solito appoggiandoci anche a una misura di introspezione. Fra questi casi, le parole che riguardano la tristezza hanno un’importanza speciale: il nitore del loro tratto, preciso e delicato, determina l’agibilità di un luogo d’incontro intimo e autentico: nella vulnerabilità dei momenti tristi, anzi nel loro essere già feriti, c’è un’occasione di partecipazione. E il contristare, il contristarsi, sono verbi che da questo punto di vista ci aprono possibilità di comunione davvero potenti.

Ci viene subito in mente che al loro posto potremmo usare il rattristare e il rattristarsi. Dopotutto parlano di un rendere o di un diventare tristi anche loro, e sono tanto più comuni, al giorno d’oggi. E nella grana grossa della nostra quotidianità questo è senz’altro vero: paiono ragionevolmente uguali nel descrivere l’increscimento di un’afflizione, di un dolore — di una tristezza.

Ma mentre il rattristare è l’esito cinquecentesco del tentativo di rendere più intenso un precedente ‘attristare’, il contristare è una voce dotta che viene recuperata dalla fine del Duecento — si direbbe quasi con urgenza. La sua suggestione viene colta e introdotta nell’italiano alla prima ora del suo mattino, e serve un po’ di sforzo per accedere alla sua meravigliosa cifra.

Non ha la linearità secca del rattristare, in cui la tristezza passa dritta e forte nell’animo: la notizia che mi rattrista mi stringe direttamente, se la tua partenza i rattrista o mi rattristo davanti a un risultato, il mio farmi triste è tutto intimo e verticale. Il contristare invece esiste in una situazione: è aperto, è partecipe — pur se prostrato. Se una notizia mi contrista mi rende triste nella tristezza della situazione, se mi contristo per la tua partenza o mi contristo davanti a un risultato, prendo parte a una tristezza orizzontale ed espressa.

Non diventa piacevole, ma il contristare, il contristarsi, è un modo molto vitale di subire la tristezza, non come mero sentimento che si attacca e ti ingrava, ma con complicità non sola. A rattristarci, davvero o per circostanza, nel segreto del nostro fumo nero siamo bravi, ma contristarsi sembra meno scontato: richiede presenza.

Parola pubblicata il 08 Dicembre 2019