Vulnerabile

vul-ne-rà-bi-le

Significato Che può essere ferito; facile da attaccare o criticare; fragile, sensibile

Etimologia dal latino vulnerabilis, derivato di vulnerare ferire.

Una parola piuttosto buffa: il vulnerabile, infatti, nasce indicando chi può essere ferito. E fuori dal racconto epico, magico e mitologico, tutti possono essere feriti - il che la renderebbe simpaticamente inutile, nella vita quotidiana. Ma sono molto diffusi significati attenuati e figurati, rispetto al carattere originario.

Ad esempio, una posizione vulnerabile è una posizione che può essere attaccata e scossa con facilità, sia in senso fisico e violento, sia in senso critico e intellettuale: può essere vulnerabile una postazione militare isolata, può essere vulnerabile un certo passaggio forzato di un’argomentazione, può essere vulnerabile l’artista marziale più concentrato sull’offesa che sulla difesa.

Inoltre, riferito alle persone, vulnerabile diventa anche sinonimo di sensibile e fragile: in momenti di particolare tensione si è molto vulnerabili davanti ai fallimenti, una condizione economica delicata può farci sentire più vulnerabili, così come un accadimento famigliare stravolgente. La sensibilità in sé è una forma di intelligenza, e il suo collegamento con la vulnerabilità ce la manifesta come un valore che ha però bisogno di essere difeso, per non diventare una debolezza.

Infine, notiamo che intorno alla vulnerabilità aleggia una forma di paura: la coscienza di poter essere feriti invita un’attenzione urgente. Da quando vediamo Teti che immerge il figlioletto Achille nel fiume Stige per renderlo invulnerabile, tenendolo però per un tallone che quindi rimarrà il suo punto debole, o da quando vediamo una foglia di tiglio cadere sulla spalla di Sigfrido mentre si sta bagnando col sangue del drago Fafnir, che lo rende completamente invulnerabile tranne, appunto, nella parte della spalla coperta dalla foglia, guarderemo sempre con ansia a quel tallone e a quella spalla. Suggestioni antiche sull’importanza della consapevolezza e della cura delle proprie vulnerabilità: né Achille né Sigfrido muoiono di vecchiaia.

Parola pubblicata il 27 Luglio 2015